Garda / Il caso

Ponale chiusa per lavori: si riaprirà a metà marzo

Marco Benedetti: «Dobbiamo completare il parapetto che manca in alcune parti e inoltre vanno sistemate le canalette che sulla carreggiata fanno defluire l'acqua»

IL PROGETTO I numeri di un passaggio storico per il Garda

RIVA DEL GARDA. La Ponale resterà chiusa fino a metà marzo. Nonostante ci siano già giornate primaverili e le domeniche ultimamente abbiano attirato sul lago di Garda per una passeggiata al sole folle di persone dalle zone limitrofe e dalle città, il sentiero pedonale e ciclabile della Ponale resta ancora chiuso per alcuni lavori di sistemazione.

«Abbiamo ancora un mese abbondante di opere davanti - ha spiegato Marco Benedetti, presidente di Mondo Ponale organizzazione che gestisce il tracciato - ma credo che per metà marzo tutto possa essere finito. Dobbiamo completare il parapetto che manca in alcune parti e inoltre vanno anche sistemate le canalette che sulla carreggiata fanno defluire l'acqua».

C'è anche un altro aspetto interessante che è quello che riguarda l'approvvigionamento di acqua: «Finora c'era l'acquedotto da Riva fino al bar, ora realizzeremo anche il tratto dal bar fino a Pregasina; è un servizio utile che potrà servire per creare magari qualche fontanella o in occasione di alcune piantumazioni».

Ci sono anche degli interventi di «mitigazione del rischio», come dicono da qualche anno i funzionari pubblici per indicare le opere di messa in sicurezza per il «sentiero» Ponale, e cioè la sistemazione di reti, tiranti e paramassi per evitare frane o caduta massi: «In questo mese e mezzo - ha detto Benedetti - si opererà soprattutto all'altezza della settima galleria. Resta infine da sistemare e rivedere tutta la cartellonistica per renderla più visibile e più uniforme».

Per realizzare questi interventi «come Mondo Ponale - ha spiegato ancora il presidente - useremo centomila euro provinciali che ci erano avanzati e poi altri centomila ce li metterà la Provincia di Trento attraverso il Servizio per il sostegno all'occupazione e per la valorizzazione ambientale».

Quanto a progetti di prospettiva, Benedetti ha osservato che «occorrerebbe non solo guardare al prossimo futuro ma anche a lunga scadenza, pensare per i prossimi 20 anni, e allora mettiamoci attorno a un tavolo e vediamo cosa vogliamo fare con la casermetta, con la Tagliata, come valorizzare la forra e le centrali dismesse. Serve un progetto unitario, ordini di priorità e finanziatori».

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