Respinto il ricorso dell'ex comandante Berti

Arriva un secondo «no» alle richieste dell’ex comandante della Polizia locale altogardesana Ivano Berti, il cui incarico non era stato rinnovato dalla Comunità di valle preferendo un nuovo concorso che ha poi portato alla nomina dell’attuale comandante Marco D’Arcangelo. Dopo che il Tar nel giugno 2016 aveva rigettato il ricorso presentato da Berti per «mancanza di giurisdizione» ora anche Il giudice del lavoro del Tribunale di Rovereto, Michele Cuccaro, ha pronunciato la sentenza nella causa promossa con ricorso del gennaio 2017 proprio contro la Comunità Alto Garda e Ledro. La sentenza del dottor Cuccaro è arrivata ieri negli uffici della Comunità di valle e - come si legge in una nota dell’ente guidato da Mauro Malfer - essa «rigetta ogni pretesa-contestazione avanzata dall’ex comandante del Corpo».

Berti aveva chiesto che il giudice del lavoro accertasse il diritto al mantenimento dell’incarico di Comandante e dirigente del Corpo della Polizia Locale «quantomeno fino all’assegnazione del posto a seguito di regolare procedura concorsuale, con costituzione della posizione, giuridica, economica e previdenziale e conseguente corresponsione di tutte le voci retributive e previdenziali». Pertanto l’ex comandante chiedeva di condannare la Comunità Alto Garda e Ledro al risarcimento del danno per «illegittimo mancato rinnovo alla scadenza» e quindi al riconoscimento delle retribuzioni tutte per complessivi 150 mila euro circa.

Le motivazioni contenute nella sentenza a favore della Comunità Alto Garda e Ledro dimostrano la bontà dell’operato della stessa. Infatti, come dimostra la sentenza, «è pacifico che il contratto di lavoro sottoscritto dal Berti prevedeva la risoluzione di diritto alla relativa scadenza del 2015, senza appigli giuridici per il diritto di rinnovo». La Comunità poteva «liberamente decidere in merito alle modalità per il proseguo della gestione» e nel caso provvedere mediante l’allora vicecomandante del Copro della Polizia Intercomunale, il compianto e mai dimenticato Franco Travaglia.

È stata inoltre respinta la richiesta di danni (cioè i 150 mila euro tra competenze stipendiali e presunti danni) nonché le censure che sono state formulate da Berti relativamente alla “famosa” mail anonima che è stato riconosciuto «non avere avuto incidenza» e per la quale è stata riscontrata, da parte della Comunità Alto Garda e Ledro, «alcuna colpevole inerzia».

Manifesta comprensibilmente la propria soddisfazione il presidente della Comunità Alto Garda e Ledro Mauro Malfer: «Viene riconosciuto che tutti i comportamenti e i provvedimenti adottati alla Comunità sono risultati essere ineccepibili». Con la medesima sentenza viene anche completamente «scagionato» il Comune di Riva del Garda che, tra l’altro, al momento dei fatti, non aveva ancora assunto la responsabilità della gestione del Corpo della Polizia intercomunale Alto Garda e Ledro.

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