Parco agricolo, "manca la volontà"

Nell’ultimo consiglio di Comunità è stata discussa la mozione sul «Distretto agricolo», presentata dal gruppo di minoranza «Onestà, partecipazione e ambiente», che impegnava il presidente Mauro Malfer a riconvocare il tavolo con gli stessi soggetti pubblici e privati delle precedenti convocazioni, per rilanciare l’iter costitutivo (predisporre il testo definitivo dell’intesa istituzionale e del regolamento dell’Agenzia) di una legge provinciale finora rimasta solo sulla carta. Un dibattito, quello in Comunità di valle, che segue l’intervento pubblicato da l’Adige due giorni fa di Coldiretti e dei primi firmatari della proposta di legge popolare. Un appello, il loro, a non snaturare la legge e a superare le resistenze politiche che ancora la tengono ferma.
L’altra sera in Comunità di valle non è certo mancato il dibattito, che ha poi portato al voto l’assemblea: la mozione è stata respinta con 16 voti contrari (la maggioranza) e 7 voti favorevoli (la minoranza).
«Il comportamento della Provincia, della Comunità e il voto espresso dal gruppo di maggioranza - scrive oggi il gruppo proponente - rappresentano, a nostro avviso, una precisa volontà politica di non voler attuare il “Distretto agricolo”, dopo 7 anni dall’approvazione della legge provinciale.
Numerose mozioni e ordini del giorno presentati nei consigli comunali interessati, in consiglio provinciale e approvati all’unanimità o sempre a larga maggioranza, già nel 2013 indussero i sindaci e l’allora presidente della Comunità a dare il loro consenso verso l’attuazione della legge. L’assessore provinciale competente ha annunciato che intende invece proporre modifiche al testo di legge, in particolare in riferimento ai costi dell’Agenzia e al possibile rallentamento delle procedure amministrative. Affermazioni che, a nostro avviso, sono prive di reali riscontri.
Infatti, i compensi  previsti dalla legge per i  componenti del consiglio di amministrazione ammontano ad un gettone di presenza nel limite massimo di quello dei componenti del consiglio di Comunità. Tra l’altro, i promotori della legge si sono sempre dichiarati disponibili a partecipare a titolo volontario e gratuito, così come già previsto per il Comitato di partecipazione. L’Agenzia non è un ente giuridico e quindi non ha un bilancio proprio. Essa rappresenta un’unità organizzativa della Comunità e pertanto le minime entrate e uscite fanno capo al bilancio della Comunità stessa.
È bene ribadire che l’Agenzia non esprime pareri vincolanti sull’utilizzo delle aree agricole e non crea né più burocrazia, né allungamento dei tempi delle procedure amministrative.
Sorge il sospetto che si voglia emendare la legge per eliminare il parere urbanistico, sia pure non vincolante ma autorevole, per lasciare quindi mano libera ai soli amministratori nelle gestione del territorio agricolo».
La stessa legge - ricordano dalla minoranza - prevede che «nel caso in cui la Comunità non provveda ad istituire il Distretto entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore, la Provincia, previa diffida, esercita i poteri sostituivi dal vigente ordinamento sentiti i Comuni interessati. Tutto questo non è stato fatto. Nonostante ciò, sia i comitati promotori  e sia il nostro gruppo si sono sempre dati disponibili a mediare per il miglioramento del testo della legge, ma non a snaturarne i contenuti nel rispetto dei 9.000 cittadini che l’hanno sottoscritto».

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