Slavina in Valle Aurina, coinvolti diversi sciatori L'intervento dei soccorritori molto difficile

L'Alto Adige è in lutto per le vittime della valanga di Monte Nevoso, in valle Aurina. Ognuna delle sei vite spezzate è una tragedia nella tragedia: c'è soprattutto quella di Matthias Gruber, 16 anni, inghiottito dalla valanga davanti agli occhi del papà. Heinrich - raccontano i soccorritori - non è voluto tornare a valle senza la salma di suo figlio. Era della valla Aurina anche Margit Gasser, infermiera 32enne, attiva nel mondo delle associazioni.

C'è poi la storia di Alexander Patrick Rieder, 42 anni di Chienes, che lascia la moglie e tre figli piccoli, come anche Bernhard Stoll. L'imprenditore-scalatore aveva nel suo palmares l'ottomila Manaslu. Villabassa piange Stoll e il suo giovane compagno di cordata Christian Kopfsguter, boscaiolo 21 di anni. La sesta vittima della valanga è Horst Wallner, 49enne direttore generale della Camera di Commercio del land austriaco Tirolo, amante delle montagne altoatesine.


Erano quasi arrivati sulla vetta del Monte Nevoso, con la sua vista mozzafiato, a quota 3.358, in una mattinata che il Föhn, il vento caldo che viene da nord, aveva reso soleggiata e scintillante. Ma all'improvviso si è udito un boato e una valanga dal fronte di 150 metri si è abbattuta su tre distinti gruppi di scialpinisti, tra cui uno di austriaci ed uno composto da gente della vallata, travolgendoli.

Il bilancio della disgrazia è di sei morti: in Alto Adige il più grave incidente in montagna degli ultimi anni. Tra le vittime un ragazzo di appena 16 anni, Matthias Gruber di Valle Aurina e una donna di 32, Margit Gasser di Campo Tures. Gli altri tre altoatesini vittime della valanga sono Christian Kopfsguter, 21 anni di Villabassa; Alexander Patrik Rieder, 42 anni di Chienes; Bernhard Stoll, 43enne di Villabassa. Morto anche un austriaco, Horst Wallner, 49 anni.

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Secondo i soccorritori, la slavina si è staccata a causa del fenomeno dell'accumulo nevoso, con uno strato di neve caduta da poco che scivola sulla neve sottostante, più dura perché già ghiacciatasi. Il luogo dove gli alpinisti si trovavano al momento del distacco della slavina era uno di quelli che non lasciano scampo, come ha spiegato Hans Berger, senatore della Svp che, pusterese, in Valle Aurina è di casa: «Il campo da dove è caduta la slavina è un grande triangolo, con il vertice puntato sulla vetta». Gli sfortunati alpinisti si trovavano ai piedi di questo triangolo, in una specie di avvallamento nel quale la neve si è accumulata senza lasciare loro vie d'uscita.

La disgrazia avrebbe potuto avere dimensioni ancora più gravi se alcuni dei 15 alpinisti che componevano i tre gruppi in salita non fossero riusciti a trarsi in salvo con i propri mezzi, «galleggiando» sulla neve farinosa mentre questa cadeva loro addosso.
Tra quelli che si sono salvati c'è anche un'austriaca, portata a valle con un elicottero: al momento di scendere dal velivolo, la donna appariva estremamente provata, tanto che è stata accompagnata in un vicino albergo dove la protezione civile aveva nel frattempo mandato alcuni psicologi incaricati di occuparsi dei superstiti.

La disgrazia della Valle Aurina ha suscitato un grande cordoglio tra gli alpinisti della vallata. Anche il premier Matteo Renzi ha seguito lo svolgersi dei soccorsi, in collegamento con la protezione civile mentre era impegnato a Parigi per il vertice dei progressisti europei. Solidarietà è stata espressa, a nome di tutti gli altoatesini, ai parenti delle vittime dal governatore Arno Kompatscher.

Avrebbe dovuto essere una normale escursione di fine stagione, fino a lassù sul monte Nevoso, con la sua vista mozzafiato, a quota 3.358, circondato da altre vette da 3000 metri in una mattinata che il Foehn, il vento caldo che viene da nord, aveva reso soleggiata e scintillante. Ma all’improvviso il cielo si è fatto scuro, come spesso accade in montagna. Si è udito un boato ed una valanga del fronte di 150 metri si è staccata dalla vetta abbattendosi su un gruppo di alpinisti della vallata, travolgendoli. Tra loro anche un austriaco.

Il bilancio della disgrazia è di sei morti, da queste parti il più grande incidente in montagna in una stagione avviata ormai al termine. Tra le vittime un ragazzo di appena 16 anni e una donna di 32. Hano perso la vita Horst Wallner, 49 anni, austriaco; Margit Gasser, 32 anni di Campo Tures; Matthias Gruber, 16 anni di Valle Aurina; Christian Kopfsguter, 21 anni di Villabassa; Alexander Patrick Rieder, 42 anni di Chienes; Bernhard Stoll, 43 anni di Villabassa.

Secondo i soccorritori, la slavina si è staccata a causa del fenomeno del accumulo nevoso, vale a dire uno strato di neve caduta da poco che scivola sulla neve sottostante, più dura perchè ghiacciatasi nel corso delle settimane. Il luogo dove gli alpinisti si trovavano al momento del distacco della slavina era uno di quelli che non lasciano scampo.

Tra le sei vittime c’è Horst Wallner, direttore generale della Camera di Commercio del land austriaco Tirolo. Il 49enne era venuto in Alto Adige per un’escursione di scialpinismo. Sotto la slavina sul monte Neve ha perso la vita anche l’altoatesino Bernhard Stoll, imprenditore 43enne ed alpinista esperto. Nel 2011 aveva infatti scalato un ottomila, il Manaslu. Il paesino di Chienes piange invece Alexander Patrick Rieder, 42 anni, dipendente del canile locale, padre di tre bambini, aveva appena finito di costruire casa.

 

Il pericolo valanghe al momento della tragedia era marcato (grado 3 di 5) con tendenza in aumento nel corso della giornata.

Come ha spiegato Hans Berger, senatore della Svp che in Valle Aurina è di casa e che è un appassionato alpinista, il campo da dove è caduta la slavina è un grande triangolo con il vertice puntato sulla vetta: gli sfortunati alpinisti si trovavano ai piedi di questo triangolo, in una specie di avvallamento nel quale la neve si è accumulata senza lasciare loro vie d’uscita. La disgrazia avrebbe potuto avere dimensioni ancora più gravi se alcuni dei 15 alpinisti che componevano i tre gruppi in salita non fossero riusciti a trarsi in salvo con i propri mezzi, «galleggiando» sulla neve farinosa mentre questa cadeva loro addosso.

Tra quelli che si sono salvati c’è anche un’austriaca, portata a valle con un elicottero: al momento di scendere dal velivolo, la donna appariva estremamente provata, tanto che è stata accompagnata in un vicino albergo dove la protezione civile aveva nel frattempo mandato alcuni psicologi incaricati di occuparsi dei superstiti.

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