Neonato ucciso a Lana: la madre subito dopo il fermo fece una parziale confessione

La giovane mamma accusata di aver ucciso il figlio neonato a Lana aveva reso delle spontanee dichiarazioni ai carabinieri in occasione del suo fermo.

Il particolare è emerso oggi. Ai carabinieri la donna aveva reso una parziale confessione, affermando cioè di avere fatto una passeggiata e di avere poi partorito il neonato, nelle vicinanze del posto in cui il piccolo cadavere è stato poi rinvenuto, sotto un cespuglio in via Raffein a Lana.

La donna ha aggiunto di non ricordare nulla di quanto accaduto subito dopo il parto. Va ricordato che queste dichiarazioni spontanee, rese in assenza di un avvocato, sono valide ai fini della custodia cautelare, ma non di un processo.

L’autopsia aveva accertato che il bimbo era morto soffocato, e non per cause «naturali», visto che era nato sano, ma perché qualcuno gli aveva occluso le vie respiratorie. La Procura sta valutando se chiedere una perizia psichiatrica per verificare se la giovane - una 25enne rumena che si trovava a Lana da inizio mese per lavorare come raccoglitrice di mele - fosse in grado di intendere e di volere.

La donna, difesa dall’avvocata bolzanina Amanda Cheneri, è attualmente indagata per omicidio aggravato e occultamento di cadavere. L’indagine sta anche cercando di appurare la presenza di eventuali complici, ma finora non sono emerse indicazioni in tal senso.

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