«Addio» nonno vigile: ora è donna e straniera

La società trentina in tempo di crisi è riuscita ad abbattere dei muri che, fino all'altro ieri, si pensavano più solidi di quello di Berlino prima del 1989. Muri che, per certi versi, si potevano considerare tabù veri e propri visto che riguardano aspetti etnici e anagrafici che in comunità conservatrici sono difficili da cambiare. A Lavis l'esempio arriva dai nonni vigile. Anzi, da quelli che un tempo si chiamavano così visto che adesso il termine è non solo inappropriato ma addirittura sbagliato

di Nicola Guarnieri - NO

nonno nonni vigileLa società trentina in tempo di crisi è riuscita ad abbattere dei muri che, fino all'altro ieri, si pensavano più solidi di quello di Berlino prima del 1989. Muri che, per certi versi, si potevano considerare tabù veri e propri visto che riguardano aspetti etnici e anagrafici che in comunità conservatrici sono difficili da cambiare. A Lavis l'esempio arriva dai nonni vigile. Anzi, da quelli che un tempo si chiamavano così visto che adesso il termine è non solo inappropriato ma addirittura sbagliato. Perché a garantire la sicurezza dei bambini all'entrata e all'uscita da scuola, quest'anno, non ci sono più i simpatici anziani con i capelli bianchi, la paletta e il giubbotto rifrangente magari un po' allargato sullo stomaco, ma soprattutto casalinghe, giovani disoccupate e, udite udite, ragazze extracomunitarie. Segno inequivocabile di una società che cambia, multietnica, e che, per contro, soffre pesantemente di carenza di opportunità lavorative. Tant'è che la possibilità di diventare vigilante, per 8 euro al giorno, ha attirato chi ha davvero bisogno di lavorare. E questo ha spinto a cancellare la figura «storica» di nonno vigile. Che adesso, come detto, è soprattutto donna e pure straniera, per la precisione marocchina e tunisina. Il compenso non è un granché ma, almeno, è un'entrata che di questi tempi è fondamentale. Non a caso il Comune di Lavis ha aperto le liste dei vigilanti scolastici a tutti, dai 18 anni in su.
La maggior parte di chi ha trovato questo posto stagionale, dunque, è donna con un'età che oscilla tra i 29 e i 79 anni. In mezzo c'è di tutto: soprattutto casalinghe tra i 30 e i 40 anni e disoccupati di ogni età, giovani ma pure sessantenni. I nonni propriamente intesi, i pensionati per intenderci, sono solo tre su sedici. Quella che era una prestazione «sociale» è dunque diventata una possibilità concreta di sbarcare il lunario. E questa corsa al posto, ancorché per pochi euro e per un solo anno scolastico, riguarda davvero tutti. Mondo che cambia e il Trentino non può certo chiamarsi fuori. E per fortuna che ci sono Comuni disposti a mettere sul piatto anche solo 14.934 euro. Una goccia nel mare ma, si sa, il mare è fatto di gocce.

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