Terlago, il lago è raddoppiato «bevendosi» la strada

Un inverno così «umido» non si vedeva da tempo. A Terlago ne sanno qualcosa visto che il lago è praticamente raddoppiato. E il peggio non è ancora arrivato: quando il caldo scioglierà i metri cubi di neve sui monti, lo specchio d'acqua nella conca tra Paganella e Bondone si alzerà ancora di più. Il primo effetto di questo innalzamento - il punto di massima profondità è di 12 metri e le piogge ne hanno aggiunto altri 9 - è stata la chiusa a tempo indeterminato della strada per Cadine

di Nicola Guarnieri - NO

terlagoTERLAGO - Un inverno così «umido» non si vedeva da tempo. A Terlago ne sanno qualcosa visto che il lago è praticamente raddoppiato. E il peggio non è ancora arrivato: quando il caldo scioglierà i metri cubi di neve sui monti, lo specchio d'acqua nella conca tra Paganella e Bondone si alzerà ancora di più. Il primo effetto di questo innalzamento - il punto di massima profondità è di 12 metri e le piogge ne hanno aggiunto altri 9 - è stata la chiusa a tempo indeterminato della strada per Cadine. Il ponte tra i due settori del lago, infatti, è stato fagocitato dall'acqua trasformando i due catini in un unico grande bacino.
A quando il ripristino del collegamento? «Chi lo sa? - risponde il sindaco  Giovanni Nicolussi  - Abbiamo paura della neve sui monti quando si scioglierà». 
Il lago di Terlago è alimentato dalle rogge che scendono ad Ovest da Sant'Anna e dal Bondone e ad Est dalla piana di Vigolo, dal Gaggia e dalla Paganella. «Gli idrometri indicano che è sopra il livello di guardia di 1,20 metri e che è cresciuto, rispetto al minimo estivo, di ben 9 metri. E se si pensa che moltissima acqua esce dalle forre...».
Le due zone, ora unite in un solo specchio, hanno vita diversa. A Nord (dove la profondità raggiunge i 12 metri) il livello resta costante mentre a Sud (si va da 1,5 a 2,5 metri) le rogge scaricano rischiando di prosciugarlo trasformandolo in torbiera. Quest'area potenzialmente turistica, però, da anni è considerata di serie B, nonostante un bacino di utenza di 10 mila persone («che lo considerano il proprio lago che, tra l'altro, è sempre stato dichiarato balneabile») e Trento a pochi chilometri di distanza e ben collegata. Ma perché non decolla? «Non certo per colpa nostra. - tuona il sindaco - Continuiamo a pregare che la Provincia faccia lavoretti ma prima si deve stabilizzare il livello bloccando la fuoriuscita dell'acqua dalle forre. Ma nessuno ci sente».
Eppure i progetti non mancano. «Ma ogni volta che se ne discute si finisce per fare solo chiacchiere. Tra tutele e servizi vari solo per pulire si devono chiedere i permessi a una miriade di uffici». Uno dei problemi impellenti, non a caso, sono i «souvenir» che l'acqua lascia quando si ritira. «Quando cala si deve pulire da rami e rifiuti. Siccome la Provincia mette divieti e la responsabilità è del sindaco non possiamo nemmeno fare entrare gli uomini per pulire. È pure necessario mettere in sicurezza la passeggiata rimuovendo i rami e le piante pericolanti ma non si può fare perché si devono avvisare mille persone. Io l'ho fatto e ho preso la multa». Il Comune è pronto a fare la sua parte. «Noi siamo disponibili a pulire e mettere in sicurezza. Ci mettiamo i soldi ma la Provincia ce lo deve lasciare fare». Al momento c'è solo la Comunità della Valle dei Laghi che ha in mente un rilancio. «È un piccolo progetto di collegamento dei laghi con sentieri e una ciclabile. Va bene, aiuta a dare decoro. Noi stiamo sistemando il lido e a breve ne affideremo la gestione. Sull'altra sponda ci sono l'albergo Lillà che è importante e il campeggio che va bene. Non è un posto isolato e se messo a posto sarebbe una risorsa per tutti».

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