«Noi Schützen,  tirolesi ed europei»

II Landeskommandant degli Schützen trentini è Paolo Dalprà, 45 anni, alla guida della compagnia di Folgaria risorta nel 2004 in memoria di quella del 1796, eletto presidente dei Tiroler Schützen nel 2011 e assessore comunale al bilancio e ai servizi (lista civica). L'intervista di Fabrizio Torchio

di Fabrizio Torchio

DALPRA'FOLGARIA - II Landeskommandant degli Schützen trentini è Paolo Dalprà , 45 anni, alla guida della compagnia di Folgaria risorta nel 2004 in memoria di quella del 1796, eletto presidente dei Tiroler Schützen nel 2011 e assessore comunale al bilancio e ai servizi (lista civica).
Dalprà, giuridicamente cosa sono le compagnie di Schützen?
«Associazioni di volontariato apolitiche, anche se vicine agli ideali autonomistici. Lo statuto provinciale della Federazione è basato sui principi fondamentali, Dio, patria e famiglia».
Con quale impegno?
«Oltre alle sfilate e ai "cappelli piumati" deve esserci un impegno sociale: la partecipazione alla vita comunitaria, alle processioni religiose ma anche alla tutela del patrimonio: pulendo sentieri, ad esempio, o con il mantenimento dei cimiteri austro-ungarici. Io credo però che gli Schützen debbano anche collaborare con le altre associazioni e, nel futuro, aprire di più a giovani e donne».
Quanti sono gli Schützen trentini?
«In tutto gli iscritti sono 560, in 21 compagnie. In Sudtirolo sono 5mila, in Tirolo 16mila. I bavaresi fanno parte dell'Alpenregion».
Sono necessari dei requisiti per far parte di una compagnia?
«Sono soprattutto ideali: essere ovviamente legati dal punto di vista storico agli usi e costumi, essere residenti in Trentino».
Teoricamente, gli Schützen potrebbero accogliere figli di immigrati, nati qui?
«Ad una cerimonia, in Austria, abbiamo visto uno Schütze di colore, figlio adottato di una coppia, è anche lui nella compagnia».
Oggi siete in crescita, ma potreste essere di più?
«Sì, ma non si vuole ancora far emergere la verità storica: noi siamo tirolesi di lingua italiana perché veniamo dal Tirolo».
Gli Schützen sono nati per la difesa: nella realtà odierna che cosa sono?
«Un'entità che unisce passato e presente, ormai siamo riconosciuti anche nei comuni e non dobbiamo essere visti come un gruppetto di nostalgici».
L'Euregio può essere un obiettivo concreto?
«Del disegno di una regione alpina autonoma siamo la bandiera, sempre più persone anche fra i giovani vogliono riscoprire la loro storia».
Gli Schützen suditirolesi hanno anche un ruolo politico.
«Avendo subìto l'italianizzazione del Fascismo, sentono contrarietà all'Italia e la cornice europea, a loro come minoranza, non sembra ancora sufficiente».
Che rapporti avete con gli Schützen tirolesi?
«Con il Tirolo del Nord c'è un'amicizia sincera, un rapporto fantastico, mentre i gemellaggi con il Sudtirolo sono più difficili».
I vostri simboli?
«Credo che oggi, alle commemorazioni, serva la bandiera europea».

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