Diatec, missione da brivido Con la Lube dentro o fuori

di Maurilio Barozzi

Forse Civitanova, sette giorni fa, è stato solo l’approdo geografico di un brutto sogno. Forse stasera i giocatori della Diatec Trentino riprenderanno quota e saliranno su quell’aereo che porta i migliori pallavolisti d’Europa a Kazan a giocarsi il titolo. Forse andrà così, anche se i frombolieri della Lube ci metteranno anche l’anima per assicurarsi il volo verso l’Est. E per loro - visto che la partita di Civitanova non è stata un brutto sogno - il ticket to ride verso Kazan costa soltanto due set.

Per Trento, viceversa, il prezzo è maggiorato: serve una vittoria piena (3-0 o 3-1) e poi il successo anche nel golden set. Troppo caro? Può darsi. Ma i trentini hanno abituato spesso i loro tifosi e se stessi a imprese memorabili. Anche tre anni fa nessuno avrebbe scommesso un centesimo sullo scudetto a Trento, ed invece Lanza e compagni lo hanno portato a casa. E l’anno successivo, chi pensava che la squadra potesse arrivare alla finalissima di Champions League a Cracovia? Invece l’hanno raggiunta ed hanno perso contro la corazzata Kazan (dei vari Leon, Mikhailov, Andersen...) soltanto 15-13 al tiebreak, giocando praticamente in cinque, visto l’infortunio occorso agli opposti Djuric e Nelli. E cosa dire del 3-1 rifilato alla Dinamo, a Mosca, dopo aver perso in casa 3-1, nel 2015? Insomma, prima di dar per perso quel biglietto per Kazan meglio pensarci due volte.

Detto ciò, la missione è davvero di quelle degne dei Titani. Oltre alle doti dei soliti noti Juantorena e Sokolov, la Lube in campo europeo può anche giovarsi di tutti gli stranieri di cui dispone, senza alcuna limitazione. Infatti mercoledì scorso, nella gara d’andata contro i trentini, è stato proprio il centrale Stankovic (spesso sacrificato in Campionato per il problema delle quote) a fare la differenza. Il serbo ha realizzato 16 punti (Sokolov 18 e Juantorena 17!) mettendo a ferro e fuoco la metà campo della Diatec sia dalla linea dei nove metri che in attacco. Così, per gli uomini di Lorenzetti, non bastasse la consueta forza d’urto degli avversari, dovranno destreggiarsi anche per proteggersi dagli attacchi al centro. E per farlo sarà necessario alzare il livello del muro che mercoledì ha visto funzionare a dovere soltanto Giannelli. La buona notizia è che torna a disposizione del tecnico trentino anche Vettori: dunque tutti abili e arruolati.

«Questa partita inaugura quattro giorni in cui ci giocheremo tutte le nostre chance per continuare la stagione - afferma Lorenzetti -. Dobbiamo ovviamente pensare ad una partita alla volta e goderci il momento, che ci propone solo appuntamenti decisivi, da dentro e fuori. E’ ovvio che, dopo il risultato della gara d’andata, dobbiamo compiere un’impresa per passare il turno ma ai miei giocatori chiederò di entrare in campo con la mente libera e di pensare solo a vincere. Se vogliamo mettere in difficoltà questa Lube non dobbiamo farci condizionare troppo dal punteggio. Affrontiamo una squadra fortissima e con tante alternative, non possiamo fare calcoli».

Rispetto all’andata, oltre ad una più incisiva prova a muro, i trentini dovranno aggiungere pure il cinismo che permette ad una squadra sulla carta più debole di sfruttare le poche occasioni che si presenteranno. Anche mercoledì scorso, per dire, a un certo punto Lanza e compagni sembravano aver in pugno l’opportunità di trascinare l’incontro fino al tiebreak, garantendosi comunque un punto. Invece, in vantaggio per 19-16 nel quarto set, si sono fatti raggiungere commettendo un paio di ingenuità e poi, dopo un corpo a corpo arrivato fino a quota 26, hanno ceduto.

«In questa gara sarà fondamentale scendere in campo con l’obiettivo di vincere la partita - fa eco alle parole di Lorenzetti, Giampaolo Medei, tecnico della Lube -, non solo i due set sufficienti per qualificarci, sarebbe un errore grave. Dimentichiamo il match di andata vinto e ripartiamo da 0-0, pensando che questa è praticamente una finale che ci permetterebbe di centrare l’obiettivo della Final Four di Champions League, cercando di migliorare tutti gli aspetti del nostro gioco in cui sappiamo dovremo commettere meno errori».

Il ticket to ride verso Kazan è ancora da staccare. E, canterebbero i Beatles, prima di dire addio bisogna pensarci due volte.

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