Una «Marcialonga insieme»

di Davide Iiriti

Manca sempre meno ad un appuntamento classico per gli amanti del fondo, della Val di Fiemme e più in particolare delle granfondo: la Marcialonga. Anche quest'anno al via ci sarà un folto gruppo di scandinavi che proveranno a farla da padroni «impossessandosi» della valle. Ma c'è un gruppo di amici trentini che dal 2008 non perde un anno per gareggiare in compagnia. È il gruppo di «Famiglie Insieme» di Trento che organizzano ovviamente la «Marcialonga In?sieme». Ce ne parla uno dei veterani, Massimo Zanoni.
Ci spieghi come è nata?
«Il tutto è nato nel 2008 quando un gruppo di 19 papà dell' associazione Famiglie Insieme si è lanciato nella sfida. Poi un po' l'orgoglio maschile, un po' la passione sportiva che ci accomunava hanno fatto la loro e siamo partiti. Ricordo ancora il primo allenamento svolto all'anello tecnico a Lago di Tesero: per molti era la prima volta che ci si metteva sopra un paio di sci da fondo, per altri meno, ma ricordo ancora quella bella atmosfera, quel desiderio di stare assieme in mezzo alla natura facendo anche fatica. I papà più esperti facevano da coach e da "sciolinatori" insegnando trucchi e segreti di questo mondo ai tanti sconosciuti. Quella volta, che risale ormai a 8 anni fa, la pista non fu particolarmente gentile con noi, ma su 19 partecipanti arrivammo all'arrivo a Cavalese in 10. Un buon inizio. L'8 dicembre da allora e tuttora è il giorno di inizio degli allenamenti. Da quel giorno e per ogni sabato ci si ritrova su piste varie per allenarsi».
Da lì poi si sono aggregate anche la prime mamme.
«Successivamente si sono aggregate anche le prime mogl. Dopo le mamme sono arrivati anche i primi ragazzi. Ciascuno sceglie se partecipare alla 45 o alla 72 km: importante è partecipare agli allenamenti assieme. E via via lo sci diventa la scusa, il pretesto e lo stimolo per stare assieme. Nel 2014 siamo arrivati al numero di 45 partecipanti, in età comprese tra i 17 ed i 60 anni. Intere famiglia gareggiano assieme e questo è molto bello».
Sono esperienze uniche perché difficilmente si farebbe ciò in autonomia.
«Interessante è anche il pre-gara. Per noi la Marcialonga è festa. Una festa che ha inizio già dal giorno prima. Alloggiamo tutti assieme all'Oratorio di Cavalese ed al Centro Archimede: il sabato sera cena collettiva con uno spirito proprio di semplicità, di cameratismo allegro e poi dormiamo sulle brandine con sacco a pelo».
Poi si arriva alla gara.
«La gara la si disputa sempre con il sorriso, c'è chi la fa in autonoma, chi in gruppo di amici o famigliari. Non abbiamo solo atleti di Famiglie Insieme che partecipano alla "Marcialonga?Insieme". Ci sono altri modi per "esserci": abbiamo costantemente due famiglie che si predispongono lungo la pista, in posti prefissati e conosciuti magari come particolarmente impegnativi. È molto importante il loro ruolo: può essere un incitamento, una sciolinatura oppure qualche barretta energetica. Preziosi anche loro, le nostre ammiraglie».
Avete qualche rito particolare?
«Sì, ogni anno attendiamo l'arrivo dell'ultimo concorrente del nostro gruppo accompagnandolo tutti insieme sul rettilineo finale con lo striscione di Famiglie Insieme. Momento molto bello».
L'appetito vien mangiando? sportivamente parlando?
«Da qualche anno alcune famiglie escono dai confini provinciali e vanno ben oltre, molto oltre. Sempre con gli sci da fondo prendono parte ad una trasferta europea del circuito della WorldLoppet. La mitica Vasaloppet, su tutte».
Quest'anno?
«Quest'anno stiamo decidendo. Lo scorso anno siamo stati a fine febbraio in Finlandia, vicino a Lathi, 50km di paesaggi magnifici e una gran bella gara».
Parlando di fondo in generale, si nota tanto la differenza tra Italia e paesi nordici?
«Senza ombra di dubbio. In Italia ho come la sensazione che il fondo sia uno sport per pochi. Mi spiego - continua Zanoni -, chi pratica fondo è solo perché sa sciare bene. Nei paesi nordici invece il fondo è come da noi il calcio, tutti lo praticano. Per passione. Ho un'immagine molto bella vista in Finlandia: quella di un ragazzo giovane che raggiunge il luogo di partenza della gara in bici da corsa con gli sci dietro la schiena. Parcheggia la bici, fa 50km e poi si ricarica ancora gli sci sulla schiena e torna a casa. Vivono il fondo come passione: c'è chi raggiunge al mattino i luoghi di lavoro sugli sci. Le ciclabili d'inverno diventano piste da fondo. È una cultura».
Certamente anche gli amici di Famiglie Insieme ci hanno dimostrato un po' una nuova cultura cioè quella di come una passione, uno sport in questo caso, possa diventare un momento di condivisione e di unione: divertirsi,collaborare, sintonizzarsi sulla velocità dell'altro, fare fatica ma ? Insieme. E allora alla prossima, Famiglie Insieme.

comments powered by Disqus