40 anni e non sentirli... Rossi ancora in pista

Quarant’anni e non sentirli. Manca poco più di un mese al traguardo, appuntamento per il 16 febbraio prossimo, ma Valentino Rossi quasi non ci fa caso e si prepara ad affrontare l’ennesima stagione in MotoGp. Ieri le prime foto con la nuova M1 della Yamaha («è molto bella») per il Dottore, ormai un veterano del paddock. «Venti, trent’anni fa c’erano piloti più vecchi perché si iniziava a correre più tardi, adesso iniziano che sono dei bambini - racconta Rossi, ospite di ‘Deejay chiama Italia’ su Radio Deejay - Il mio sogno era diventare un pilota del motomondiale e quando ci sono riuscito, non ho mai pensato di correre fino a... ma sicuramente non pensavo di arrivare fino a 40 anni. È una cosa un po’ atipica, ma magari faccio qualcosa che in futuro faranno altri. L’importante è rimanere competitivi».

E Rossi sente di esserlo ancora, tanto da aver firmato, nel marzo dello scorso anno, un nuovo contratto fino al 2020. «Ci ho pensato un po’ prima di firmare, ho dovuto fare delle valutazioni, mi sono chiesto: ‘ce la farò a essere competitivo a 40 anni? Proviamoci?. Del resto l’anno scorso sono stato veloce, se riusciamo a migliorare la moto, possiamo essere forti. Fiducioso? Lo sono, in questo periodo dell’anno bisogna esserlo».

Se gli anni passano, aumenta però anche l’esperienza che «è importante per conoscere bene le piste e lavorare per la gara. I piloti più giovani sono più di cuore, più coraggiosi. Quando sei giovani hai meno paura di cadere, anche perché se cadi ti fai meno male, recuperi prima. I più coraggiosi? Forse i giapponesi e i malesi, hanno un limite di rischio più alto. Anche gli inglesi sono coraggiosi, sono più bravi sotto l’acqua».

Un capitolo a parte merita invece Marc Marquez: «È uno che rischia moltissimo, molto coraggioso, a volte al punto da non avere neanche paura. È uno che cade tante volte, cerca sempre il limite, ma è bravissimo». Il pilota di Cervera, come altri rivali, è un punto di riferimento per Rossi: «Tutti siamo attenti a quello che fanno gli altri e sicuramente avrò rubato qualcosa a qualcun altro a livello di allenamento, di che sport fare con la moto fuori dalla pista». Per il Dottore sarà anche una stagione speciale visto che fra i rivali del prossimo Mondiale ci saranno anche dei piloti che lui ha contribuito a crescere: «All’Academy siamo un bel gruppo di piloti, i più forti sono Morbidelli e Bagnaia che correranno in MotoGp: abbiamo lavorato per farli correre bene».

C’è poi il fratellino Luca Marini, capace di farlo piangere in occasione della prima vittoria: chissà che non tocchi proprio a lui raccogliere il testimone da Rossi. «Anni fa sembrava impossibile ma se anche quest’anno va forte, potremmo correre insieme anche nel 2020». Il quasi 40enne centauro di Tavullia riconosce poi che «la sicurezza è migliorata in pista ma restano ancora delle cose pericolose ma alla fine il resto della vita lo è».

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