L'Atalanta stende il Chievo e si aggiudica il Beppe Viola

L’Atalanta riesce nella non facile impresa di rispettare il pronostico, che la voleva nel novero delle favorite anche all’inizio della manifestazione, vincendo l’edizione n.45 del torneo Città di Arco - Beppe Viola, come le è riuscito per altre tre volte negli ultimi undici anni.

Il Chievo Verona, benché il punteggio di 3-1 non ammetta repliche, non ha recitato la parte della vittima designata. I ragazzi di Fioretto, pur rendendo agli avversari bergamaschi qualche quarto di nobiltà tecnica, hanno messo in campo, anche in questa occasione, quell’impegno forsennato, che costituisce la loro dote principale. Non a caso, infatti, con l’Atalanta che imperversava creando occasioni su occasioni, i clivensi non hanno mai alzato bandiera bianca ed hanno tenuto in bilico la partita. Prima pareggiando il gol di Latte con l’altro colored Uhumure, poi sfiorando più volte, sul 2-1 ed anche sul 3-1 in loro sfavore la rete che avrebbe riaperto il match. Così non è stato, ma la cosa non grida vendetta al cielo, anche perché ha consegnato il trofeo alla squadra più forte e più disciplinata (mai un giallo in tutto il torneo) del lotto.


Parte meglio l’Atalanta, che al 9’ passa in vantaggio con Capone. Latte, in fuga sulla destra, centra rasoterra per il compagno di squadra, che si allarga sul mancino per battere Pavoni con un preciso diagonale. Due minuti dopo, però, il Chievo ottiene il pari: percussione centrale di Rabbas e Uhumure era lesto ad anticipare il portiere Taliento con un beffardo tocco sotto.

L’Atalanta non ci sta e sfiora il gol al 19’ ancora con Capone la cui conclusione di testa, su cross dalla sinistra che aveva superato il portiere, incoccia nella traversa. Traversa e gol, invece, al 24’ con Latte, che, servito da Mallamo, rientra sul sinistro lasciando partire un diagonale ad effetto che toglie le ragnatele all’incrocio. Al 35’ i bergamaschi chiudono il conto: dopo una prolungata azione che vede coinvolto tutto l’attacco, la palla arriva a Colpani che lascia partire un sinistro ad incrociare fuori della portata di Pavoni.

Nella ripresa l’Atalanta commette l’errore di sentirsi a cavallo e il Chievo sfiora più volte il gol. Prima al 12’ con Rivi e quindi, pochi minuti dopo, con Borgogna. La mira però non è delle più felici. Si arriva così alle battute finali, quando Bertagnolli affida al suo destro l’ultima speranza. Taliento para e comunque ormai il tempo della speranza è finito.

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