Il presidente del Coni Malagò attacca Tavecchio "Il presidente della Federcalcio ha passato il segno"

«Ognuno di noi sul lavoro ha un bonus: sotto il profilo della comunicazione, del frullatore mediatico e della pubblica opinione, il bonus di Tavecchio è stato ampiamente esaurito. Ma io non solo non sono un giudice, ma non voglio nemmeno giudicare il lavoro degli altri. Mi limito a dire che, nella sostanza, il suo ruolo è condizionato da alcune sue dichiarazioni chiaramente indifendibili. Detto questo con evidente franchezza, dico anche che nella sostanza del suo operato e nella gestione della Federazione apprezzo il suo lavoro e soprattutto alcune riforme che sta portando avanti».

Lo dice il presidente del Coni Giovanni Malagò in un'intervista ad un settimanale nazionale.

Sul sindaco di Roma, dice: «Non mi candiderò, ma ho ricevuto l’invito da entrambi gli schieramenti». E sui possibili candidati afferma: «Posso solo dire che Alfio Marchini lo conosco da ragazzo e che la Meloni è una persona che stimo».

A chiunque verrà eletto consiglia di «fare una squadra di molte persone, ma tutte categoricamente non segnalate o raccomandate dal mondo politico» e di occuparsi «del decoro urbano. Dalla A alla Z».

Alla domanda: Il suo amico e maestro Giovanni Agnelli sarebbe orgoglioso di lei?, Malagò risponde: «Penso proprio di sì. E sarebbe anche molto divertito perché, se fosse ancora in vita, potrebbe ascoltare aneddoti e storie che non posso raccontare pubblicamente. Gianni era una persona molto curiosa e non l’avrei di certo deluso. Mi manca moltissimo».

 

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