Atletica/ La storia

Giuliana, l’atleta rotaliana che punta alle Paralimpiadi (e ci riuscirà, dice il suo allenatore)

Nata senza un piede, da sempre corre (veloce) con la protesi: dagli anni della vergogna alla presa di coscienza, e a Faedo si è anche iscritta al Gruppo Alpini

di Mariano Marinolli

FAEDO. In paese, tutti la conoscono per il suo sorriso e lo sfrenato entusiasmo per lo sport. Ma anche per la musica e ama trascorrere il suo tempo libero dedicandosi alla lettura. Giuliana Chiara Filippi, giovane sedicenne al secondo anno del corso tecnico sportivo all'Istituto Martini di Mezzolombardo, non si vergogna della sua condizione di disabilità: è venuta al mondo senza il piede destro e, fin da piccola, ha una protesi che, se lei non te lo dice, nessuno se ne accorgerebbe.

Fin dalla prima media è nata in lei la passione per la corsa a piedi, una sfida autentica con se stessa e la sua menomazione; da quattro anni indossa la canotta dell'Atletica Rotaliana di Mezzolombardo e per il suo futuro sogna di poter un giorno partecipare alle Paralimpiadi. E il suo allenatore, Elio Bert, è certo che ci riuscirà.

Giuliana Chiara ha una passione talmente sfrenata che, senza quella maledetta disfunzione, avrebbe già potuto mettersi in luce nelle gare fin qui disputate. Purtroppo, non è facile correre alla pari di chi non è diversamente abile ma, fortunatamente, il sodalizio sportivo di Mezzolombardo ha aderito al progetto della Fispes, la Federazione italiana degli sport paralimpici, per poterla aiutare nel realizzare il suo sogno.

La ragazza racconta che quattro anni fa, quando entrò nella società sportiva, si sentiva enormemente a disagio per il timore che gli altri atleti notassero la sua protesi. Per evitare ciò, indossava sempre i pantaloni della tuta da ginnastica e, in estate e nelle competizioni, i calzettoni lunghi proprio per nascondere la protesi.

Alla scuola media alcuni suoi compagni la schernivano per la sua disabilità e il «sentirsi diversa dagli altri» le provocarono rabbia e tanto disagio. Come valvola di sfogo, proprio per non «sentirsi diversa dagli altri», aveva deciso di correre tra i faggi e i boschi del suo paese, scoprendo la passione per lo sport. Ebbe il coraggio di bussare alla porta dell'Atletica Rotaliana e qui fu accolta calorosamente da tutti, tanto che dopo aver stretto una salda amicizia con gli altri atleti, riuscì a liberarsi della sua vergogna e confidò il suo stato di disabilità.

I suoi compagni di squadra rimasero basiti quando mostrò la sua protesi perché nessuno avrebbe mai pensato che quella ragazza avesse un arto mutilato.

Oggi, dopo l'affiliazione con la Fispes, Giuliana Chiara è ancor più motivata ad allenarsi perché vede avvicinarsi il suo sogno delle Paralimpiadi e poter, magari, salire su un podio. Infatti, correndo con gli altri atleti «normali», non potrà mai vincere una gara. Ma la sua gara, la sfida contro la sua disabilità, Giuliana Chiara l'ha già vinta: «Non bisogna mai avere paura del diverso - racconta - e si deve affrontare ogni situazione della nostra vita con forza e coraggio; arrabbiarsi della nostra condizione di essere diversamente abili non serve a nulla. La vita è bella proprio perché siamo tutti diversi: vi immaginate che noia se fossimo tutti uguali?». E, per dimostrare la sua vitalità e l'energia che possiede, Giuliana Chiara sì è iscritta anche al Gruppo alpini del suo paese per diventare non solo «amica degli alpini», ma anche «amica di tutti coloro che amano la vita».

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