Aquila contro Capo d'Orlando

Dimenticata la partita disastrosa dell'andata, l'Aquila Basket ha asflatato Capo d'Orlando vincendo al PalaTrento 107-59.


 

Il match dell’andata fu «probabilmente la peggiore partita dell’anno per l’Aquila» (parola di coach Lele Molin). Quella - tanto per ricordare - in cui Jorge Gutierrez mandò al diavolo Buscaglia e negli ultimi secondi di gioco se la prese con un paio di avversari. Fu però anche il penultimo successo in campionato per la Betaland Capo d’Orlando, che da quel 5 dicembre vinse soltanto in un’altra occasione, due settimane dopo contro Brindisi.

Da lì in poi e per dodici turni consecutivi coach Gennario Di Carlo si è sempre portato a casa il referto giallo, quello riservato alle squadre perdenti.

A rigor di logica e classifica alla mano stasera a Trento dovrebbe ricevere il tredicesimo. Difficile, infatti, pensare che la giovane e rinnovatissima squadra messinese, ultima in classifica a pari merito con Pesaro, possa intralciare la marcia di una Dolomiti Energia che viene da 5 vittorie nelle ultime sei gare. Sul piano del «curriculum» e dell’esperienza dei giocatori, ma anche dell’amalgama di squadra l’Aquila parte con un vantaggio consistente. «Questo è vero, ma faremmo un errore mortale se sottovalutassimo i nostri avversari» chiosa l’assistant coach Lele Molin. «Capo d‘Orlando è una squadra diversa dall’andata, ha cambiato diversi giocatori e l’ultimo, Adam Smith, è arrivato proprio l’altro giorno. Ha atleti giovani ma di talento, che giocheranno al meglio delle loro possibilità, anche per mettersi in luce» è la tesi di Molin.

Che, di conseguenza, invita i suoi giocatori a non prendere sottogamba l’impegno di stasera: «Come sarà la gara dipenderà molto dal nostro approccio. Non dovremo lasciare nulla al caso, anche perché la concorrenza verso i playoff è davvero agguerrita».

Con quella di stasera mancano 7 partite alla fine e con Trento altre 6 squadre (da Bologna a Reggio) si giocano i 3 posti disponibili. «Noi stiamo vivendo un buon momento e siamo in fiducia, ma abbiamo anche la necessaria umiltà per vivere una partita alla volta. Non possiamo e non dobbiamo regalare nulla a nessuno» spiega il coach veneziano, che fissa a 30 punti la quota da raggiungere per avere garanzia di prendere parte alla post season. All’Aquila, insomma, servono almeno 3 vittorie, e quella di stasera è un’occasione che i bianconeri non possono farsi scappare.

Ne è convinto anche Shavon Shields, che in questo momento è il giocatore con maggiore potenziale nascosto tra quelli allenati da coach Buscaglia. «Anche se siamo in un buon momento non dobbiamo fare l’errore di pensare che sarà tutto facile. All’andata abbiamo perso perché Capo d’Orlando ci ha massacrato sul pick’n roll. Questa settimana ci siamo allenati molto bene per affrontare questa situazione. Dovremo partire dalla nostra difesa, provando a segnare punti facili in transizione giocando concentrati fin dal primo minuto, cosa che non sempre ci è riuscita nelle ultime settimane».

Sul suo futuro il timido Shavon non si sbilancia e prima dei successi personali guarda a quelli di squadra: «Ora mi interessa solo aiutare la squadra a vincere, non guardo a me stesso, ma faccio quello che serve e che mi ordina il coach».

Per quanto riguarda i siciliani, Di Carlo non vede l’ora di schierare Adam Smith: «Penso che sia un giocatore che a noi darà tanto: è una brava persona, molto responsabile, che ha capito cosa qui ci stiamo giocando, per questo sono molto fiducioso». A proposito della partita, il coach ammette che «Trento è una squadra a noi notoriamente ostica: non abbiamo mai vinto lì in Serie A: è una squadra di mentalità, con caratteristiche difficili per noi, perché è atletica e fa dell’uno contro uno il suo punto di forza. Farò leva sul nostro carattere, sull’orgoglio e sulla voglia di vincere che noi tutti abbiamo».

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