Tour, Aru in grande spolvero conserva la maglia gialla

La tredicesima tappa del 104/o Tour de France di ciclismo, che si è conclusa a Foix, ai piedi dell’omonimo castello, ha incoronato Warren Barguil che firma la quarta vittoria francese proprio nel giorno della festa nazionale.

Non un giorno qualunque.

Ma non solo: ha fornito importanti indicazioni sugli sviluppi di una corsa mai così incerta e scoppiettante, vissuta sul filo dei secondi. Il primo messaggio arrivato oggi dal dipartimento dei medi-Pirenei riguarda Fabio Aru, che ha conservato la maglia gialla di leader della classifica generale: il sardo ha resistito al ‘fuoco incrociatò del Team Sky nella tappa che temeva di più, come egli stesso aveva confessato nella conferenza stampa di lunedì, confermandosi l’uomo da battere e dando dimostrazione di trovarsi in uno stato di forma semplicemente strepitoso.

Aru, in una sfida da solo contro tutti, ha tenuto colpo, giocando d’astuzia e, sorretto dal fine stratega Martinelli, ha tenuto testa a Froome come a Uran. Aru ha inoltre fatto tesoro della scarsa armonia che evidentemente regna nelle file dello squadrone inglese, dove non si capisce chi corre contro chi e all’interno del quale c’è un Mikel Landa che scalpita, al punto da prendere parte oggi a una fuga spiegabile solo con la caccia alla maglia gialla. Froome sembra inferiore al compagno, ma resta pur sempre il capitano. se ne vedranno delle belle da qui a Parigi.

Il keniano bianco ha provato a staccare Aru più in discesa che in salita, a testimonianza di come il suo modo di correre sia cambiato e vada di pari passo con una forma non più brillante come una volta. I giorni dello strapotere, del faccio come mi pare e quello che voglio sembra essere ormai finiti.

Nell’attesa che in casa Sky si chiariscano definitivamente ruoli e gerarchie, Aru approfitta delle scie, dei buchi e dei ventagli, restando sul tetto di una corsa che ancora dovrà vivere momenti entusiasmanti, di suspence e di sorprese assortite. Quattro corridori sono racchiusi in soli 35«, dopo 13 tappe e centinaia di chilometri percorsi: Froome è a 6» da Aru, il francese Romain Bardet a 25« e il colombiano Rigoberto Uran a 35», dopo che stamattina gli sono stati restituiti i 20« di penalizzazione per rifornimento irregolare che gli erano stati sottratti ieri.

La novità in classifica è rappresentata dalla risalita di Mikel Landa (ora a 1’09» alla maglia gialla), ex compagno di Aru nell’Astana - nel Giro d’Italia 2015 fecero il diavolo a quattro per togliere la maglia rosa a Contador, oggi tornato protagonista anche al Tour - e adesso gregario (almeno in teoria) di Froome, cui la presenza del compagno al quinto posto fa comodo. Almeno a parole e in vista dell’Izoard o del Galibier, dove si vincerà a si perderà questo Tour de France. Il resto è tutto un rebus.

«Dal punto di vista dello spettacolo è stata una bellissima giornata, ho pensato a mantenere la calma, ho subito tanti attacchi, ma sono ancora in maglia gialla ed è questa la cosa più importante. Fuglsang? Era impossibile continuare per lui, il suo ritiro è una grossa perdita per noi, da domani il resto dei compagni sarà pronto per difendere la leadership», commenta Fabio Aru, a Raisport, l’esito della prima tappa del Tour de France disputata con la maglia gialla addosso.

 «Lo spettacolo non è mancato, ci sono stati attacchi per tutto il giorno, ma io non ho perso la concentrazione: nelle corse a tappe queste situazioni capitano. La tattica del Team Sky? Non so cosa dire. Darei un bel 10 alla tappa, il pubblico ha bisogno di spettacolo», ha poi aggiunto.

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