Ciclismo, mondiale di Doha Oss per il tris nella cronosquadre

di Maurilio Barozzi

È già a Doha da giorni, Daniel Oss con la sua squadra, la Bmc, con la quale correrà domenica prossima la cronometro a squadre mondiale. E sarà un mondiale particolare, da gareggiare nella pietraia che circonda la capitale del Qatar e avvolti nella cappa di caldo che potrebbe arrivare anche a 45 gradi.

Già domenica si corre la cronometro a squadre di 40 km dove tu e la tua Bmc arrivate con i favori del pronostico, vista la medaglia d’oro dello scorso anno, di due anni fa e la potenza che sempre esibite in questa prova collettiva.

«È vero. Sono anni che andiamo sempre fortissimo in questa prova. Forse la peggiore che ricordi di questi anni è quella al Giro d’Italia del 2015. Ma anche quest’anno abbiamo trionfato all’Eneco qualche settimana fa. E anche alla Tirreno-Adriatico, a inizio stagione...»

Quando tu tra l’altro hai anche indossato la maglia azzurra di leader della corsa...

«Sì. Ma il terzo mondiale sarà il più difficile di tutti quelli che abbiamo disputato».

Riconfermarsi è sempre difficile, farlo per due volte...

«Quello è uno dei motivi, ma anche perché secondo me questo tracciato é molto tecnico e duro. Anche se l’altimetria è piatta presenta difficoltà vere, come lo è il vento. Se ci sarà vento forte, 40 km a squadre diventano molto difficili e tecnici, difficili da gestire».

Per questo siete a Doha già da alcuni giorni?

«Sì, siamo venuti lunedì e stiamo testando e allenando tutto quello che serve, l’intesa coi compagni, le biciclette, le curve sul tracciato, le prove con il vento...».

E il caldo. Si parla di 40, 45 gradi.

«Per la verità non credo che il caldo sarà un problema. Certo, è caldo, ma abbastanza secco. Torno a ripetere che secondo me il problema vero sarà il vento, un po’ come nelle gare in febbraio. Vale anche per la gara in linea: se domenica 16 sarà una giornata con vento, in corsa sarà stress già dalla mattina».

Sicché pensi che sarebbe inutile tagliare una parte di percorso? Si sta parlando dell’opportunità di tagliare un centinaio di chilometri della gara in linea fuori dalla città a causa del caldo. Qualcuno parla addirittura di accorciare il percorso a 106 km.

«Non taglieranno niente, non c’è motivo. E poi sarebbe perfettamente inutile correre un Mondiale di 100 km, non ha nessun senso».

Parliamo un po’ della gara in linea. Ricordiamo che, oltre alla prova a a squadre contro il tempo, che ognuno corre col proprio team, domenica 16 sarai impegnato anche con la maglia azzurra.

«Non so ancora il mio ruolo ma sicuramente, visto il percorso, sarà di spalla ai velocisti: credo che la vittoria se la giocheranno loro. Certo, se sarà gara con vento tutte le tattiche e i ruoli potrebbero andare a pallino. Però la prossima settimana avremmo modo di parlarne con il Ct Cassani e i suoi collaboratori».

È la tua quarta partecipazione a una gara iridata dopo dopo le spedizioni di Melbourne (2010), Copenaghen (2011) e lo scorso anno a Richmond. Ormai sei un pilastro degli azzurri.

«Non posso che essere soddisfatto, orgoglioso e fiero di rappresentare la mia nazione. Quando indosso la maglia azzurra provo sempre un brivido particolare. Quando si è onorati da questa maglia si entra in un’altra dimensione, sei un atleta che rappresenta una nazione e la cosa offre sempre stimoli grandi e ti invoglia a dare più di quello che hai, il 110 per cento».

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