«Aquila, l'ambizione è di stare ancora fra le grandi»

Sei giorni al via. Comincerà mercoledì prossimo, 17 agosto, con le visite mediche la terza stagione dell’Aquila basket (ancora targata Dolomiti Energia) in serie A. Dal giorno successivo al Palatrento si farà sul serio con doppie sedute giornaliere: la parte atletica con il preparatore Christian Verona, quella del basket con coach Maurizio Buscaglia e i suoi riconfermatissimi assistenti Vincenzo Cavazzana e Davide Dusmet.

Convocati tutti i 12 giocatori del nuovo roster, tranne l’ala portoghese Joao Gomes, impegnato con il Portogallo nelle qualificazioni per Eurobasket 2017. Se - come pare - le pratiche per ottenere i visti non incontreranno particolari ostacoli burocratici al Consolato di Miami, Buscaglia avrà a disposizione fin dal primo giorno tutti 4 i nuovi americani, Aaron Craft, David Lighty, Dustin Hogue e Johndre Jefferson. La prima amichevole il giovedì successivo, 25 agosto, a Riva del Garda contro il Bayern Monaco del neo allenatore Sasha Djordjevic.

Ma che squadra sarà quella che a partire dal 9 ottobre (seconda giornata di campionato) vedremo al Palatrento? «Siamo partiti da un nocciolo duro, vale a dire i 4 confermati dall’anno scorso, Forray, Flaccadori, Baldi Rossi e Lechthaler» risponde il gm aquilotto Salvatore Trainotti. «Da questa base si è cominciato a costruire il nuovo team. Abbiamo preso un play straniero, Craft, che con Forray avrà il compito di dare il ritmo a tutta la squadra. Poi con Lighty, Gomes, Moraschini abbiamo un gruppo di esterni “di sistema”, mentre sotto canestro abbiamo cercato due giocatori come Hogue e Jefferson che fanno dell’atletismo la loro arma migliore».

Nomi che per coloro che non sono proprio addetti ai lavori forse non dicono tantissimo. Al contrario, invece, di un Tony Mitchell di due anni fa o di un Julian Wright dell’anno scorso.
«Può essere così per chi non conosce la pallacanestro - replica Trainotti -, ma Lighty è un giocatore noto e che in Francia ha vinto due scudetti, Craft è stato due volte miglior difensore della D-League, e Jefferson ha già giocato in Italia, a Varese».

In compenso i giocatori che lasciano Trento, generalmente lo fanno per squadre di prestigio, come Pascolo a Milano o Lockett a Siviglia. Segno che Trento sa valorizzare i giocatori.

«Abbiamo fatto due buone stagioni in serie A ed è ovvio che i giocatori prendano valore. Sia quelli che cambiano squadra, sia quelli che rimangono».

Come vede il ranking del prossimo campionato?

«Alcune squadre come Varese, Cantù, Avellino, Brescia devono ancora chiudere la squadra per cui non sono giudicabili. Guardando le altre direi che Milano è due piste davanti a tutti per budget, giocatori, organizzazione. Seguono Sassari, Venezia e Reggio Emilia. Sicuramente ci saranno delle sorprese perché il ranking iniziale lo fa il budget - perché se hai soldi puoi prendere i giocatori più importanti -, poi quando si inizierà a giocare le cose cambieranno. Più che i nomi conteranno la chimica di squadra, le dinamiche di spogliatoio e tanti altri fattori».

Le sorprese?

«Difficile dirlo ora. Vediamo quando si chiuderà il mercato e si saranno già disputate le prime amichevoli. D’acchito direi che tutte le società hanno costruito squadre interessanti».

E Trento che obiettivi si dà?

«Al terzo anno di serie A quando parti sai che ci sono società di antiche tradizioni e di budget importanti che hanno obiettivi alti. Noi cercheremo di infilarci nel gruppetto delle squadre che hanno grandi aspettative: cercheremo di giocarcela sempre fino in fondo. Abbiamo voglia e ambizione per cercare di farlo».

Da giocatori come Flaccadori e Baldi Rossi cosa si aspetta?

«Che crescano durante la stagione e che ogni settimana facciano quello che serve per migliorare e far vincere la squadra. Ma questo è quello che chiediamo a tutti i nostri giocatori. I risultati sono figli del lavoro quotidiano in palestra e noi abbiamo sempre pensato a costruire delle “squadre”, non a mettere insieme 12 giocatori. Mi aspetto che tutto il team lavori per questo».

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