Fuori De Rossi, dentro Sturaro Azzurri pronti per la Germania

Antonio Conte ha sciolto la riserva poco più di un’ora prima del calcio d’inizio: Sturaro in campo al posto di De Rossi, con Parolo spostato al centro e lo juventino al suo fianco; il romanista va in panchina, pronto in caso a subentrare.

La lista ufficiale della formazione azzurra conferma le indicazioni della vigilia per il quarto di finale europeo contro la Germania, in programma stasera alle 21.

De Rossi non dunque è in grado di giocare dal primo minuto, nonostante i miglioramenti dopo la forte contusione alla coscia destra rimediata contro la Spagna. Resta inalterato l’assetto tattico azzurro, il 3-5-2.

Contro la Germania servirà un’Italia di titani: Conte ha avvertito i suoi ventitre ragazzi da subito, appena sconfitta la Spagna. Questa volta contro la rivale di sempre la tradizione non gioca, e forse neanche la paura dei tedeschi di ricascare nell’errore di sentirsi superiori e poi finire beffati.

Questa volta la Germania «ha valori eccelsi» e l’Italia sa di «dover sudare al limite dell’esasperazione», come dice Gigi Buffon, il n.1 dei titani, stasera gigantesco anche nella modestia: «È vero, ho detto che Neuer è più forte di me - conferma ai media tedeschi - è un complimento che non svilisce quel che sono stato, quel che sono e quel che sarò. D’altra parte, sarebbe offensivo per lui essere paragonato a un giocatore di 38 anni».
Il gioco a nascondino - a metà tra senso del realismo e voglia di volar bassi - forse confonderà un po’ la visione di Loew sulla reale dimensione di quest’Italia. Ma in fondo all’Europeo azzurro, condotto finora sovvertendo tutti i pronostici, c’è di fatto la squadra più forte al mondo: i precedenti aiutano, ma non giocano. «Non ho raccontato aneddoti ai miei compagni sulle sfide tra noi e tedeschi del passato perchè alla fine conta il presente - ci tiene a precisare il portiere azzurro - È lì, nel presente, che devi affrontare i problemi e risolverli». Singolare identità di vedute con uno degli azzurri meno esperti, Graziano Pellè: «Quale è l’Italia-Germania più eccezionale della mia vita? Quello di domani», le parole del centravanti.

Di cosa è fatto questo presente, Buffon lo ha ben chiaro.
«Loro sono eccelsi - dice - noi dobbiamo provare ad essere migliori, non c’è altra via d’uscita, se vogliamo avere delle possibilità di andare avanti per continuare a sognare. Vedendo la squadra che incontriamo sappiamo tutti che sarà dura, sarà una partita nella quale la fatica e il sudore, lo strapazzo fisico ed emotivo saranno portati all’esasperazione. Lo sappiamo, ed è già qualcosa: questa partita non ci sorprenderà».

Gli chiedono un paragone con le vigilie del passato, e Buffon è esplicito. «Quella del 2006 e quella del 2012 furono profondamente diverse - ricorda - Al Mondiale l’ansia era maggiore, ci giocavamo l’accesso alla finale della Coppa del Mondo, in trasferta, e in casa dei padroni di casa. In più c’era il peso del riscatto sociale dei nostri emigranti».

Quattro anni fa a Varsavia invece «partivamo sfavoriti, e sapevamo che serviva qualcosa di speciale per raggiungere un traguardo storico. Ci sono molte analogie con quella vigilia, probabilmente il divario sulla carta è anche più ampio. Loro - conclude Buffon - hanno vinto un Mondiale e trovato tante certezze, l’Italia le ha cercate e in parte trovate. E ora vorrebbe addirittura migliorarle». Con l’anima lieve di chi è titano e non sente il peso: «Quando arrivi a metà di un torneo come questo, avendo battuto Belgio e Spagna, hai una convinzione e una leggerezza diversa», avverte Buffon. Innegabilmente un vantaggio, anche per un titano.

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