Conte: la Germania è forte ma gli ostacoli si superano

Mischiare le carte, confondere le idee, non dare alcun vantaggio ai più forti del mondo. Antonio Conte non si sbilancia su Daniele De Rossi, fa capire che potrebbe giocare, ma non è al massimo e lui vuole il 120% in partite del genere «quelle per cui ci alleniamo e lavoriamo sodo, sono le sfide come queste che ti fanno sentire grande».

Del resto nella sfida di stasera (diretta Rai tv alle 21) c'è il palio una semifinale europea, contro l'avversaria più tosta, la nemica storica degli azzurri, la «squadra più completa, è più un club che una Nazionale», dice il commissario tecnico di un'Italia che ha imparato a far sognare il Paese e che non vuole fermarsi proprio adesso.

C'è il dubbio De Rossi da sciogliere, ma Conte lo farà dopo l'ultima sgambata e se ci sarà o meno si saprà intorno alle 20, quando la Uefa ufficializzerà gli 11 titolari. «Le condizioni di Daniele sono discrete, non ci sbilanciamo su niente, ma queste sono partite dove si deve essere al 120% perchè sono molto fisiche e intense. Bisognerà stare non bene, ma benissimo». Letta così sembra più no che sì per il centrocampista della Roma, ma non è tutto. «Ho dimostrato di avere grande fiducia in tutto il gruppo, per questo sono sereno per le scelte che dovrò fare e le eventuali sostituzioni».

Perché questa è un'Italia che, come dice Florenzi, potrebbe giocare a occhi chiusi visto il lavoro tattico che fa quotidianamente, provando e riprovando determinati movimenti che poi in campo vengono riproposti automaticamente. «Il fatto di allenarci in una certa maniera porta tutti i calciatori a conoscere determinate situazioni di gioco, chiunque si ritrovi a giocare in una posizione diversa, sa di cosa si tratta, non è che viene catapultato in un contesto sconosciuto».
Del resto, sottolinea Conte, anche De Rossi e Thiago Motta «hanno caratteristiche diverse. Chiunque giocherà lo farà in un contesto organizzato e questo semplifica le cose e questo vale sia se si giocherà con un centrocampo a due o a tre».

Un messaggio per Loew, un depistaggio o un indizio tattico? Da vedere, ma tutto può servire contro un «avversario molto forte, più forte della Spagna, sono i campioni del mondo e hanno tutto, tecnica, talento, fisicità, principi di gioco importanti, organizzazione. Credo sia la squadra più completa al mondo, complimenti a Loew e ai giocatori». Campo, analisi video, riunioni tecniche, nel ritiro di Montpellier non viene lasciato nulla al caso.

«Non credo ci siano stress emotivi, ci sono problemi ben più gravi - dice Conte -. Abbiamo cercato di studiare e di capire che partita sarà, dove essere bravi nel limitare gli avversari e far loro del male.

Come ho detto prima della Spagna c'è la fase difensiva e quella offensiva, abbiamo grande rispetto per loro, ma cercheremo di giocarci le nostre carte conoscendo pregi e difetti nostri e degli avversari. La Germania è una squadra che quando attacca fa male, unisce talento, fisicità, organizzazione, è un bel mix e per questo la considero una squadra completa, più un club che una nazionale».

Nelle partite che contano, ormai da anni, il campo dice sempre Italia, ma lo scorso marzo la Germania ne rifilò quattro agli azzurri in amichevole. «Non so se il gap è stato colmato o meno, siamo cresciuti sia noi che loro. Quella fu una partita che ci ha insegnato tante cose, una sconfitta netta e anche questo ci darà uno stimolo in più.

Siamo partiti con poca credibilità non solo da parte della stampa italiana ma anche da quella estera, tutti ci hanno riconosciuto un momento un po' buio a livello di talenti, ma stiamo dimostrando che con l'organizzazione e il lavoro di 23 splendidi ragazzi, possiamo cercare di superare ostacoli che sembravano insormontabili. Ora ne abbiamo di fronte uno molto, molto alto e, come ho detto contro la Spagna, servirà non qualcosa di straordinario, ma di super-straordinario.

Dico sempre ai miei calciatori che ci alleniamo e lavoriamo duramente per vivere queste partite, dovremo cavalcare questa onda emotiva, sapendo quello che ci aspetterà sia quando avremo la palla sia quando l'avranno gli altri. Avere queste certezze è importante».

Basta chiedere alla Spagna, eliminata da un'Italia inferiore ma che sapeva come difendere e far male. Ora tocca ai tedeschi, è più dura ma «nessuno parte battuto» e gli ostacoli, anche quelli «insormontabili» si possono superare.


Löw: «L’Italia è forte, ma sappiamo come affrontarla»

Consapevolezza e rispetto, timore, incertezza e molto altro. Ma non certo insicurezza. Alla vigilia della sfida contro l’Italia, la Germania resta sospesa fra la necessità di soddisfare la propria fame di vittorie e la voglia di compiacersi. È un concentrato di qualità e concretezza, la squadra di Joachim Löw, che si è presentata in Francia per salire sul tetto d’Europa e specchiarsi in una nuova grande bellezza che l’Italia ha sempre rivendicato. L’impulso edonistico che il ct ha trasmesso ai ‘suoì ha portato anche risultati, gloria, primati (la prima Nazionale a vincere un Mondiale oltreoceano).

Il resto l’ha fatto una generazione di fenomeni sbarcati in Germania da ogni dove e subito catturati dai vivai che portavano dritto alla Mannschaft. La Germania multietnica germogliò al Mondiale in Sudafrica, nel 2010, quattro anni dopo raccolse i frutti.

Ma la sfida contro l’Italia è un’altra cosa e i tedeschi lo sanno benissimo. «Mi sembra sembra chiaro che la vincente di domani possa arrivare fino in fondo e vincere il torneo - le parole di Loew -: squadre come Germania, Francia, Italia normalmente sono in lizza. Sono tutte di qualità. Siamo concentrati su questa partita, poi penseremo al resto. C’è ancora molta strada da fare. Però, chi vince domani è favorita per la vittoria finale. Per questo dobbiamo essere cinici».

Löw, nell’eurosemifinale 2012, venne spazzato via dal ciclone azzurro. Vide naufragare la possibilità di giocarsi contro la Spagna la rivincita della finale di quattro prima, vinta dalle Furie rosse. Si sarebbe rifatto con gli interessi in Brasile. «Nel 2012 sbagliammo molto contro l’Italia, ma riuscimmo a far tesoro degli errori - le sue parole -. La partita di domani è diversa sotto tutti gli aspetti ed è inutile accostarla all’ultima amichevole. Domani diventeranno importanti i dettagli, siamo coscienti di quanto ci aspetta, sappiamo quali sono le loro idee, sia offensive che difensive. Ci sono automatismi nel nostro gioco sui quali abbiamo lavorato molto.Adesso tocca ai giocatori fare la loro parte. Siamo fiduciosi, perchè c’è tanta autostima».

L’Italia deve risolvere il rebus legato alle condizioni di Daniele De Rossi, la Germania ha recuperato tutti i titolari e ha trovato in Kimmich il sostituto ideale di Lahm.

«L’Italia è una squadra forte, ma sappiamo come affrontarla. Non so se De Rossi giocherà, l’Italia è molto flessibile e fa pretattica.
Contro di loro, però, mi aspetto sempre una sorpresa. De Rossi è un ottimo giocatore, è infortunato, ma è molto importante per l’Italia, che alla fine riesce a trovare sempre una soluzione.

La Germania è una squadra abituata a lottare e a non morire mai. Però, non è riuscita a battere gli azzurri nelle otto partite ufficiali fin qui disputate, partendo dai Mondiali in Cile, nel 1962. Da allora sfide epiche, che hanno scritto pagine leggendarie nella storia del calcio. Ma... zero successi dei bianchi. »La storia non ci dà ragione - dice Loew - ma io penso al presente e al fatto che la squadra si è allenata bene, sente la partita ed è pronta».

È carico a pallettoni anche Mesut Ozil, che ammette: »Abbiamo qualità ed esperienza, è un bel mix. Abbiamo tutti lo stesso obiettivo e tutti vogliamo vincere il titolo. Siamo una squadra compatta, sia in difesa che in attacco«. Italia-Germania è già cominciata.

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