Doping, atletica alla sbarra venerdì la sentenza

Semplice superficialità o scientifica «elusione dei controlli»? Risolvere il quesito è fondamentale per dirimere il destino dei 26 atleti della Fidal deferiti dall’Ufficio procura antidoping del Coni che ora chiede 2 anni di squalifica a tutti per non avere, secondo l’accusa, rispettato le procedure di reperibilità («Whereabouts») tra il 2011 e il 2012, il tutto in base a quanto emerso dall’indagine «Olimpia» relativa al caso Schwazer. I primi quattro atleti sono sfilati oggi innanzi alla I Sezione del Tribunale nazionale antidoping, presieduta da Carlo Polidori. Si tratta dell’ex campione europeo di maratona, Daniele Meucci, i saltatori Fabrizio Donato, bronzo olimpico a Londra 2012, e Daniele Greco, campione europeo in carica, e il maratoneta Ruggero Pertile.

«Spero finisca tutto presto perché non se ne può più», aveva confidato Donato all’ingresso di una giornata che invece è stata più lunga del previsto e finita con la decisione di posticipare il dispositivo a venerdì 12 febbraio, quando toccherà ad Andrew Howe, Silvia Salis, Anna Incerti e Andrea Lalli. Stessa accusa degli altri, stesso avvocato, Giulia Bongiorno. «Una questione complessa e delicata», ha dichiarato il presidente Polidori all’uscita, perchè la tesi dell’avvocato mira dritta alla prova: «Manca la prova fondamentale», accusa l’avvocato degli atleti.

Affermando che la documentazione fornita dalla procura per dimostrare l’omessa reperibilità «non esiste perchè è stata distrutta, secondo la normativa». Dettata dalla Wada e in base alla quale i «whereabouts» venivano conservati per 18 mesi (ora abbassati a 12 mesi): «Il processo nasce zoppo...», prosegue l’avvocato, secondo il quale non si può dimostrare una mancata comunicazione «usando tre o quattro solleciti fatti agli atleti» da parte della Commissione controlli antidoping del Coni: «Questi solleciti venivano inviati a tutti, anche a chi aveva già risposto indicando la reperibilità».

Una partita a scacchi, con il Tribunale che ora chiede più tempo, anche perchè ogni decisione oggi potrebbe costituire un procedente per gli altri deferiti domani. A meno che non emergano delle differenze tra le loro posizioni. Va rilevato, inoltre, che proprio ieri la stessa I Sezione del Tribunale ha squalificato il giocatore di pallamano, Vito Vaccaro, a 1 anno e 2 mesi per un caso molto simile. Agli atleti Fidal spetterà la stessa fine? Lo sapremo venerdì, quando probabilmente il Tribunale spiegherà anche il perchè di processo e sentenze a scaglioni. In ballo per molti c’è la partenza a Rio 2016: dall’incubo al sogno, o viceversa. Il passo è davvero breve.

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