Inter: ciao Moratti, inizia l'era Thohir

Per l'ufficialità bisognerà aspettare, Massimo Moratti prova a frenare gli entusiasmi ma mai come ieri l'Inter è stata così vicina a passare nelle mani del magnate indonesiano Erick Thohir. Da Parigi, infatti, arrivano indiscrezioni sul tanto agognato sì del presidente nerazzurro che però, intercettato dai cronisti nel centro di Milano, ci tiene a precisare che l'accordo non è stato ancora raggiunto e che si è trattato più di «un'occasione per conoscerci leggermente di più, conoscere anche le persone che al limite possono, potrebbero entrare con Thohir nell'eventuale accordo

Per l'ufficialità bisognerà aspettare, Massimo Moratti prova a frenare gli entusiasmi ma mai come ieri l'Inter è stata così vicina a passare nelle mani del magnate indonesiano Erick Thohir. Da Parigi, infatti, arrivano indiscrezioni sul tanto agognato sì del presidente nerazzurro che però, intercettato dai cronisti nel centro di Milano, ci tiene a precisare che l'accordo non è stato ancora raggiunto e che si è trattato più di «un'occasione per conoscerci leggermente di più, conoscere anche le persone che al limite possono, potrebbero entrare con Thohir nell'eventuale accordo. È servito più per una conoscenza più approfondita fra le persone, che per decidere. Non ci sono neanche grossi problemi da risolvere». Nell'affare, infatti, dovrebbero entrare altri possibili investitori indonesiani e per l'intesa finale, a detta di Moratti, mancherebbe di «decidere e capire bene poi quando è il momento giusto. E se ci va bene, questo è importante». In realtà ormai il presidente ha dato il via libera alla cessione della maggioranza delle quote societarie a Thohir, il sì a un'Inter che cambia volto.
Il magnate indonesiano entrerà nella società nerazzurra dopo un aumento di capitale che gli consegnerà il 70% del club per un'operazione da 350 milioni di euro. Ieri a Parigi, città da sogno ma, in questo caso, da progetti più che concreti, è avvenuta insomma una svolta storica. Il presidente dell'Inter ha abbandonato le paure e, con tutte le rassicurazioni del caso, economiche e non, ha dato l'ok a un'operazione che si trascina ormai da mesi. L'incontro decisivo è avvenuto nella sede della banca Lazard, lontano da Milano.
Moratti ha apprezzato l'atteggiamento di Thohir che in questi lunghi giorni di trattative mai gli ha creato pressioni o ansie. Questo è anche segno di vero interesse. La paura più grande del numero uno nerazzurro era quella di rompere, anche se non del tutto, con quella che rappresenta la sua passione vitale, l'Inter.
Moratti ha tuttavia agito per il bene del suo club e in nome della storia che questa squadra ha. Per l'Inter inizierà presto una nuova avventura che racchiude il senso per cui esiste, il sue essere Internazionale. Moratti, con coraggio, ha intrapreso una «rivoluzione» nel calcio italiano, già iniziata da altri. Una «rivoluzione», però, della quale non farà parte. A chi gli chiedeva dei possibili intoppi nella trattativa legati ai ruoli, Moratti ha assicurato che «sono l'ultima cosa al mondo che possa creare dei problemi», confermando i passi avanti «dal punto di vista umano. Diciamo che ci siamo conosciuti un po' di più, ho apprezzato molto il carattere delle persone che ho incontrato. Per me è molto importante quella parte». E forse è anche per questo che Moratti ha accettato di defilarsi. La sua famiglia rimarrà nell'Inter «ma questo è un ristrutturare tutto in termini più organizzati per affrontare il futuro. Visto che ci sono giocatori che costano cento milioni, a questo punto bisogna cominciare a capire che, per rimanere allo stesso livello, ti devi strutturare in termini tali da poter affrontare anche questo tipo di situazione. Perchè l'Inter non può rimanere a un livello diverso. Rimarrò presidente? Non lo so, non è una cosa che abbia pensato in questa situazione. No, non credo».
Si profila insomma un'Inter dal forte accento indonesiano, con la famiglia Moratti ancora presente ma senza l'ormai suo storico presidente. Che, a dispetto delle indiscrezioni sulle firme attese per la prossima settimana, prevede ancora «un mesetto» per la chiusura dell'operazione. «Ci dovremo incontrare ancora, sentire ancora - ha chiosato Moratti - Non ci sono impegni vincolanti ma, se tutto va, tra un mesetto potrebbe arrivare l'accordo. Vediamo». La realtà è che, prudenza a parte, l'era Thohir sta per cominciare.

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