Buon compleanno alle Rane Nere: cinquant'anni sotto acqua

di Franco Gottardi

In mezzo secolo di attività hanno messo sott'acqua più di duemila trentini. Le Rane Nere sono un'istituzione nel mondo della subacquea. Esempio raro di un club che fa un'attività tendenzialmente marinara in mezzo alle montagne, si sono fatte conoscere e apprezzare per serietà e ricchezza di proposte a livello nazionale. I cinquant'anni dalla fondazione sono ufficialmente scoccati lo scorso 11 gennaio. 

Tutto ebbe inizio a metà anni Sessanta. Un gruppo di amici si ritrovava abitualmente al bar Carla di via Brennero, di proprietà all'epoca di Giambattista Coradello, uno di loro. C'erano Paolo Barbacovi, Gianni Libardi, uniti dalla passione per la subacquea, sport di cui in città erano veri e propri pionieri. In quegli anni le motivazioni per andare sott'acqua erano molto diverse rispetto ad oggi. I sub erano soprattutto pescatori; scendevano con la fiocina e erano appagati dalla cattura. Le sofisticate mute in neoprene non esistevano ancora e si scendeva nelle fredde acque dei laghi trentini con addosso mute di gomma e vecchi maglioni infeltriti; c'era chi come bombole utilizzava estintori diadattati e caricati a CO2. Le prime Rane Nere passavano del tempo anche in officina per crearsi l'attrezzatura e sperimentare cose nuove, un'attività che porterà il primo presidente, Giambattista Coradello, a diventare imprenditore nei lavori subacquei fondando la Impresub, oggi una delle più grandi aziende del settore. 

La fondazione ufficiale del club avvenne nel 1967 e il bar Carla fu la prima sede. Al gruppo si unì Paolo Colombo e iniziarono i primi corsi, affidati a Gianfranco «Noè» Parolari, di Riva del Garda. Poi arrivarono le prime avventurose spedizioni in mari lontani, attività ancor oggi centrali. Nella sede di via degli Olmi campeggiano le locandine dei primi due viaggi: Aquaba, mar Rosso, 1972 e Karibu dar es salaam, Tanzania, 1973. Oggi paradisi per turisti ma all'epoca zone assoluttamente sguarnite di materiale per le immersioni; tutte le attrezzature dovettero essere spedite in anticipo dentro grandi casse di legno. Proprio nel 1973 il club trovò finalmente una sede stabile. Dopo aver passato anni di precarietà nel retro di un negozio, presso il dancing dell'albergo Mayer vicino al sottopasso ferroviario e perfino in una roulotte aprì la sede di via Gerola 2. Uno spazio grande che permetteva di discutere, tenere corsi, scrivere il giornalino sociale, perfino allestire un angolo dedicato agli acquari. 

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A formare i primi istruttori delle Rane Nere fu Duilio Marcante, mitica figura attiva nel dopoguerra in marina e nei vigili del fuoco e poi fondatore di un centro nazionale a Nervi. L'approccio cambierà negli anni Ottanta, orientandosi più all'attività sportiva che alla disciplina militare, ma sempre con attenzione alle norme di sicurezza. Una rivoluzione travolse il mondo della subacquea nel 1975: l'abolizione della pesca col fucile. Un vero choc culturale per molti appassionati, che dovettero adattarsi e trasformarsi dal ruolo di «cacciatori» a quello di spettatori. Anche le Rane Nere giocoforza furono costrette a deviare le loro attenzioni sugli aspetti dell'ecologia e dell'ambiente acquatico, cambiarono pelle ma rimasero punto di aggregazione e scuola di prim'ordine. Nel 1980 dovettero lascare la sede di via Gerola, sfrattate dalla Cassa Rurale di Trento che acquistò l'intero stabile, e per iniziativa dell'allora presidente Erio Volpi si trasferì negli ex bagni pubblici sotto a piazza Dante, riadattati per l'occasione. Ricordi che fanno sorridere oggi che la società può contare su un'accogliente sede nella palazzina di via degli Olmi, un tempo occupata da scuola elementare e ambulatori. 

Altro aspetto importante è quello dell'attività di protezione civile. Il corpo dei Vigili del fuoco di Trento, essendo indipendente da Roma, non poteva fare riferimento alla protezione civile nazionale per la formazione del suo primo nucleo sommozzatori e così nel 1988 si affidò alle Rane Nere e ai corsi in stile militare di Sergio Pedroni. Ma la serietà e il rigore nell'insegnamento erano sempre stati nella logica del club. «Non c'è alcuna legge che impone brevetti per andare sott'acqua e nei diving in giro per il mondo ti danno un attestato nel giro di tre giorni - spiega Andrea Marconi, ex presidente - ma per noi insegnare la pratica di questo sport nella massima sicurezza è sempre stato un mantra. E non è difficile, basta rispettare regole semplici tra cui soprattutto quella che ripetendo le cose più e più volte diventano automatiche e poi se capita qualche problema si riesce a gestirlo.» 

Attorno al 2000 l'attività si amplia e nasce la squadra di apnea, per impulso di Simone Graffer e Michele Tomasi che nell'ottobre scorso, a cinquant'anni suonati, ha conquistato il terzo titolo mondiale nella discesa verticale ad assetto costante raggiungendo l'incredibile profondità di 91 metri.
Oltre che didattica e agonismo le Rane Nere sono però un club di amatori che organizza escursioni nei laghi trentini, soprattutto di notte quando i pesci si fanno vedere. Il Garda è il più gettonato, esplorato in lungo e in largo soprattutto nella parte trentina che con le sue pareti verticali consente una ottima visibilità, soprattutto in inverno. «Chiaramente è un ambiente molto diverso dal mare, soprattutto dal mar Rosso dove sembra di immergersi in un acquario. Nei laghi bisogna essere capaci di osservare - spiega Marconi, che sui cinquant'anni del club sta scrivendo un libro - ma forse ancora più importante è la dimensione personale dell'immersione. Essere sott'acqua, con questa sensazione di fluttuare, isolato e concentrato su quello che stai facendo, è un momento di introspezione che dona serenità». 

Ogni anno però per tradizione il battesimo del mare avviene durante la gita dei primi di giugno all'isola d'Elba. A cui altre se ne aggiungono durante la stagione. Le Rane Nere sono anche socialità, pranzi, feste, conferenze e ogni giovedì sede aperta a tutti i soci. Un gruppo accogliente oggi guidato dalle donne: sono cinque dei sette membri del direttivo, tra cui la presidente Elena Sacchetti e la sua vice Marina Varani. Marina assieme a Francesca Pedroni e Sara Messina sta organizzando anche la mostra che riassume i primi 50 anni del club, mostra che rimarrà aperta dall'8 aprile al 2 luglio all'interno del Muse. Titolo: «Rane nere nel blu, breve storia di subacquea, associazionismo, esplorazione».

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