Trento si mette in mostra con la «Smart City Week»

di Matteo Lunelli

Se avete visto gli allestimenti in piazza Duomo, i cartelloni pubblicitari, gli articoli sui giornali, le installazioni alle rotonde della città, saprete che oggi parte la prima edizione di Trento Smart City Week. Il fatto di aver visto tutto ciò, naturalmente, lascia comunque spazio a quelle dubbio e a qualche domanda.

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Una su tutte, ovvia: ma cosa è?

Partiamo dal nome dell’evento, tutto inglese, con una piccola premessa: o qualche parola della lingua di Sua Maestà la conoscete, o capirete ben poco di tutta la manifestazione. Se la parola Trento non necessita di traduzione, le altre tre sì: city è ovviamente città e week è ovviamente settimana.

Tutto ruota, quindi, intorno a smart.

La traduzione immediata è «intelligente». Ma in questo contesto l’accezione è un po’ più ampia, visto che il letterale «Settimana di Trento città intelligente» ha poco senso. E allora ecco che quel termine deve richiamare concetti più ampi, come innovazione, vicinanza al cittadino, semplificazione, efficienza, strategia, tecnologia, urbanistica.

Possiamo dire che la città è un insieme di persone. Persone che vivono meglio grazie alle politiche partecipate e sostenibili, che molto spesso i cittadini «impongono», quasi «esigono», più che accettano passivamente. Queste politiche rendono la città, anzi i nuclei urbani, migliori. Per arrivare a questo ci vogliono progettualità, innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale.

Spiegato il nome, la seconda domanda: e perché Trento è smart? Lo è veramente? Un’organizzazione tecnico scientifica di livello mondiale (Ieee, Institute of Electrical and Electronic Engineers) ha detto che lo è, insieme a Guadalajara (Messico), Wuxi (Cina), Kansas City (Usa) e Casablanca (Marocco). I motivi sono quelli che fanno gongolare la pubblica amministrazione: la qualità della vita è alta, gli enti collaborano, il rispetto dell’ambiente ha un ruolo fondamentale e la sostenibilità è al primo posto.

L’evento prevede circa duecento eventi, che si svolgeranno in piazza Duomo, nelle sedi universitarie, a palazzo Geremia, al Muse e all’Auditorium. Il tutto è suddiviso in tre parti - divulgativa, progettuale e accademica - durante le quali si alterneranno sezioni dedicate ai cittadini, alla pubblica amministrazione, alle imprese. Per quanto riguarda quella divulgativa, ovvero quella per la gente, il cuore sarà piazza Duomo, con cinque stand e tre sale dedicate a interventi, tavole rotonde e workshop.

Oggi, dalle 10.30 alle 13, l’inaugurazione, con gli interventi delle autorità e l’apertura dei vari stand in piazza.

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