Il Rapporto AlmaLaurea: solo il 18% va in Erasmus

Dal Rapporto AlmaLaurea 2017 arrivano risultati positivi per l'Università di Trento: trova occupazione ad un anno dal titolo di studio l'81% dei laureati magistrali a fronte del 71% della media italiana, con una retribuzione di poco superiore ai colleghi delle altre facoltà (1.219 euro per i «trentini» a fronte di 1.153 euro di chi ha conseguito la magistrale in altri atenei). 

C'è un dato, tuttavia, che suona stonato per un'università che, come Trento, guarda con curiosità ed interesse all'Europa: meno di un laureato su 5 ha compiuto un'esperienza di studio all'estero riconosciuta dal corso di laurea, come Erasmus. Il 18% dei laureati ha dato alcuni esami in atenei fuori dall'Italia: il 12% dei triennali e il 22% dei laureati magistrali biennali (con una quota che sale al 28% considerando coloro che hanno frequentato corsi all'estero solo nel triennio).
Un laureato su due (il 54%) ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi e ben il 70% ha lavorato durante l'università. Gli studenti dell'Ateneo trentino, dunque, vanno meno all'estero ma lavorano di più. E non è certo un modo per perdere tempo: l'età media dei laureati è di 24,2 anni a fronte di una media di 24,9, dunque sotto il dato nazionale. 

L'occupazione potrebbe essere uno dei motivi per cui gli studenti dell'Ateneo trentino sono piuttosto «stanziali»? «Non credo: i nostri non sono strettamente studenti-lavoratori. Sono ragazzi e ragazze che si trovano qualche lavoretto la sera o nei fine settimana - spiega il rettore Paolo Collini - Sono molto presenti all'università e, dunque, non collegherei le due cose. Semmai saranno da migliorare i nostri sforzi per permettere ai ragazzi di studiare all'estero. Ciò che stiamo facendo porterà risultati fra 2, 3 o 5 anni». 

Il rettore evidenzia come, per capire meglio il fenomeno, sia necessario analizzare i dati disgiunti, facoltà per facoltà. «Vanno poco all'estero i nostri studenti delle aree tecnologiche e scientifiche, perché ci sono competenze specifiche più difficili da trovare per completare il percorso in un'università straniera - prosegue Collini - mentre abbiamo percentuali più alte in altre aree, come Economia, Sociologia e Giurisprudenza».
Sono due le considerazioni principali del rettore Collini sul Rapporto AlmaLaurea: i dati rispecchiano l'andamento di qualche anno fa, e effettivamente in alcune aree i ragazzi sono un po' più titubanti nell'andare all'estero. «I posti per andare ci sono, così anche le borse di studio. Integriamo in modo significativo il finanziamento che viene dall'Agenzia nazionale Erasmus con fondi che l'ateneo mette a disposizione - prosegue Collini - Non è una carenza di opportunità. E poi si va una volta sola in triennale o in magistrale: capita che vengano da noi per la magistrale studenti da altra università e che durante la triennale siano andati in Erasmus. Ma il dato relativo alle partenze di nostri studenti per l'estero aumenterà molto nei prossimi anni, ne sono certo». 

Riguardo ai dati sull'occupazione, l'Università di Trento non fa certo una brutta figura: dieci punti sopra la media nazionale per i laureati della magistrale e sei punti in più per i laureati della triennale (entro il primo anno dal titolo ha trovato lavoro il 74% dei laureati, con il 30% che può contare su un lavoro dipendente a tempo indeterminato). Per questi ultimi la retribuzione media è di 1.194 euro mensili netti (1.104 quella nazionale).
Il rettore evidenzia che si tratta di un dato complessivo. «Prendiamo università specialistiche, come i Politecnici o la Bocconi. Se facciamo un confronto, il nostro dato medio di occupazione è più basso di quello di un Politecnico, ma non è detto che i nostri ingegneri non trovino lavoro subito. In altre aree, invece, l'occupazione è più lenta e più difficile».

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