Non c'è relazione tra voce e orientamento sessuale

Lo dice uno studio svolto da ricercatori delle Università di Trento, Padova e Bielefeld (Germania) e pubblicato sulla rivista Plos One

Non c'è relazione tra voce e orientamento sessuale, secondo i risultati di uno studio sulla presunta capacità di distinguere eterosessuali e omosessuali semplicemente sentendoli parlare, svolto da ricercatori delle Università di Trento, Padova e Bielefeld (Germania) e pubblicato sulla rivista Plos One. La categorizzazione dell'orientamento sessuale a partire dalla voce - dicono i ricercatori - funziona sulla base delle nostre aspettative, non delle nostre reali capacità e questo tipo di inferenze può portarci facilmente alla stereotipizzazione sessuale.

"I nostri risultati - affermano Simone Sulpizio e Fabio Fasoli delle Università di Trento e Padova - hanno mostrato che il modo per riconoscere i gay dalla voce non esiste: gli ascoltatori non sono in grado di riconoscere l'orientamento sessuale di un parlante dalla sua voce. Tuttavia, i risultati mostrano anche un'ampia convergenza tra gli ascoltatori sull'orientamento sessuale dei parlanti. I risultati sono identici nelle due lingue e molto simili anche a livello inter-linguistico (quando cioè un parlante categorizza anche le voci di persone che parlano la lingua a lui sconosciuta)".

"Un altro elemento che emerge - aggiungono i due ricercatori - è che, in generale, si rileva una forte relazione tra la percezione dell'orientamento sessuale e della mascolinità: i parlanti la cui voce contiene più caratteristiche acustiche tipicamente associate al parlato femminile (come ad esempio, un parlato più lento o, per le vocali, delle frequenze di risonanza più alte) tendono a essere maggiormente percepiti come gay".

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