La storia dell'Expo Prima edizione nel 1851 a Londra

In principio fu lei, la magnifica Londra. La città che dominava il mondo. Era il 1851 e quell’anno venne organizzata la prima Esposizione universale della storia. Dall’edizione di Londra a quella di Milano, per arrivare alla prossima che sarà fra 5 anni a Dubai, un filo rosso corre a unire le Expo nei secoli: quella di rintracciare da una parte i segni che l’uomo ha lasciato sulla terra, dall’altra il seme del cambiamento nel rapporto che ogni popolo ha con il proprio territorio.

La prima Expo di Londra si chiama Great Exhibition of the Works of Industry of All Nations, ovvero grande esibizioni dei lavori dell’industria di tutte le nazioni. Fra i partecipanti manca l’Italia, non ancora diventata nazione, ma ci sono il Granducato di Toscana e lo Stato pontificio. L’evento - per cui gli inglesi costruiscono il Crystal Palace, un edificio di vetro e ferro che verrà distrutto dal fuoco il 30 novembre 1936 - è un grande successo. I visitatori sono sei milioni 39.195 e i guadagni consentono di far partire i lavori per il Victoria & Albert Museum, per il Museo della Scienza e il museo di Storia naturale di Londra.

Quattro anni dopo, nel 1855, è la volta di Parigi. I visitatori sono cinque milioni 162.330 e fra i «successi» dell’esposizione si annovera la classificazione dei vini Bordeaux. Nel 1862 la manifestazione torna a Londra, nella zona di South Kensington, nuovamente con più di sei milioni di visitatori e in mostra, fra le altre novità della tecnica, il caucciù utilizzato per fabbricare gomma. Nel 1867 di nuovo ad essere protagonista è la Francia con una Expositions universelle d’art et d’industrie a Parigi che conquista circa 15 milioni di visitatori, mettendo in mostra, fra l’altro, gli ascensori Otis e segnando la comparsa sulla Senna dei bateaux mouches per i turisti. Nel 1873 l’esposizione è ospitata dall’impero Austro-ungarico, a Vienna nella zona del Prater, con 7 milioni 255 mila visitatori.

Nel 1876 per la prima volta sono gli Stati Uniti ad organizzare l’Expo. Questa volta a Philadelphia, in una edizione con circa 11 milioni di visitatori che ha segnato, fra l’altro, la presentazione al grande pubblico del ketchup. Due anni dopo, nel 1878, l’Expo torna a Parigi, nella zona del Campo di Marte su 66 acri di terreno, ormai ben più della costruzione del Crystal Palace. Una manifestazione vista da 13 milioni di persone, che possono ammirare il fonografo di Edison e anche la testa della Statua della Libertà, che ora svetta a New York. Nel 1880 è la volta di Melbourne in Australia, con un milione 330.297 «turisti».

Otto anni dopo, nel 1888, tocca alla Spagna a Barcellona, con una manifestazione visitata da 2,3 milioni di persone.

E’ dell’anno successivo però l’Expo forse più famosa di tutti i tempi: quella di Parigi del 1889, visitata da 32 milioni di persone. Per il centenario della rivoluzione francese gli organizzatori approvano la costruzione di una torre in ferro di 324 metri, la torre Eiffel, che doveva essere smontata dopo la manifestazione ed è ancora oggi simbolo di Parigi e della Francia. In quella edizione una delle attrazioni di maggior successo è però lo spettacolo di Buffalo Bill nel quale compare anche il leggendario capo Sioux Toro Seduto, Calamity Jane e Alce Nero.

Nel 1906, tocca all’Italia con una esposizione, a Milano visitata da oltre 5,5 milioni di turisti e, dedicata ai trasporti, con tanto di padiglione aeronautico. L’Expo milanese celebra il traforo del Sempione, che ha permesso il collegamento diretto in treno fra Milano e Parigi. Ancora oggi si possono vedere alcune delle eredità lasciate dall’Expo come il parco Sempione, e l’acquario civico, uno dei 225 nuovi edifici costruiti per l’occasione. Nel 1911 è la volta di Torino con «L’esposizione internazionale industria e lavoro» voluta per i cinquant’anni dell’unità d’Italia. Fra gli eventi dell’esposizione l’inaugurazione del campo volo di Mirafiori con la Gara d’aviazione Roma-Milano.

A Bruxelles la manifestazione torna nuovamente nel 1958. E si tratta di un’Expo di svolta fra le antiche Expo piene di fiducia verso il progresso e quelle moderne, più attente anche alla sostenibilità. La fine degli anni ’50 è l’epoca in cui è stata appena creata la Comunità economica europea e lo Sputnik è andato in orbita. Proprio lo Sputnik è una delle attrazioni dell’Expo visitata da oltre 41 milioni di persone. Simbolo dell’esposizione - e tutt’ora di Bruxelles - è l’Atomium, una costruzione in acciaio che rappresenta i nove atomi di un cristallo di ferro. E’ diventato simbolo della città anche lo Space Needle, torre di 184 metri costruita a Seattle per l’esposizione del 1962

La prima esposizione universale asiatica si svolge a Osaka nel 1970. I visitatori, che possono ammirare un modello di treno ad alta velocità capace di toccare i 500 km/h, il modello di un reattore nucleare e una prima versione del telefono cellulare, sono oltre 64 milioni. Il sito, su una superficie di 330 acri, è diviso in quattro sezioni che introducono temi come «un miglior uso dei doni della natura». Nel 2000 Expo arriva in Germania ad Hannover.

Nel 1992 - a 500 anni dalla scoperta dell’America - Expo si svolge in Spagna, a Siviglia, e ha come tema L’era delle scoperte. I visitatori sono più di 41 milioni, ma questo non impedisce anni di polemiche per i costi e il degrado in cui sono lasciate alcune aree del sito espositivo.

Nel 2010 Expo è sbarcata a Shanghai, per l’edizione dei record. I visitatori sono stati più di 73 milioni, la maggior parte cinesi, che hanno perlustrato i 530 acri dell’esposizione per vedere da vicino almeno uno scorcio di mondo, grazie agli oltre 190 Paesi partecipanti. Nel 2015 è la volta di Milano, mentre nel 2020 toccherà a Dubai.

 

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