Io padre di 9 figli offeso da papa Bergoglio

L'ex parlamentare trentino Renzo Gubert ha scritto all'Adige per criticare il Papa che negli scorsi giorni aveva consigliato ai "cattolici di fare figli, ma non come conigli". Secondo Bergoglio il numero giusto di figli per una famiglia è tre. 

"Caro Direttore, come è noto a tanti, sono primogenito di una famiglia di dieci figli nati vivi (nove tuttora viventi), ho sposato l'ultima di una famiglia di sette figli e insieme abbiamo avuto nove figli. Sposati in chiesa, quando nel rito del sacramento il celebrante ci ha chiesto se eravamo «disposti ad accogliere i figli che Dio vi vorrà concedere» abbiamo risposto di sì e tener fede a quel sì è stato un impegno cui non ci sentivamo di derogare, salvo che, come affermava l'insegnamento morale cattolico, non vi fossero motivi validi (di salute, economici, altri, gravi) per evitare nuove gravidanze (il principio della paternità responsabile).
Prima mio padre e poi io stesso siamo stati soci dell'Associazione Famiglie Numerose, poi diventata Associazione Trentina delle Famiglie (della quale per anni sono stato Presidente), in sintonia successivamente con il Sindacato delle Famiglie, per rivendicare 

l'attuazione di quanto la Costituzione (articolo 31 in ispecie) prevede a tutela della famiglia, «con particolare riguardo per quelle numerose». Sempre vi è stato incoraggiamento da parte dell'assistente ecclesiastico nominato dal Vescovo.
Non dico i risolini e i lazzi di cui io e mia moglie siamo stati fatti oggetto; il commento spregiativo più frequente era quello che «facevamo come i conigli» e il consiglio quello di «non fare come i conigli». Avverto pertanto amarezza nel sentire che Papa Bergoglio usa la medesima espressione per raccomandare la paternità responsabile. A parte che l'espressione stessa contiene una percezione assai approssimativa dei conigli, che non si comportano diversamente dagli altri animali, accoppiandosi sulla base degli estri della femmina, che si producono in relazione ai tempi della gravidanza e del primo allattamento (è il fatto delle gravidanze plurigemellari che li fa moltiplicare rapidamente, ma questo semmai è proprio delle fecondazioni artificiali umane), mi sarei atteso un linguaggio più consono alla realtà umana delle famiglie numerose da parte di chi «rappresenta il Cristo in terra». E, invece la ripetizione di un'espressione che segnala disapprovazione, se non necessariamente disprezzo, al di là delle intenzioni del pontefice.


Consiglierei a Papa Bergoglio, che si preoccupa che sia pensato dovere dei cattolici avere «i figli che Dio vorrà concedere», di provvedere a cambiare quanto meno le parole sulla prole contenute nel rito di celebrazione del matrimonio, in modo da togliere equivoci da parte di chi le prende sul serio. Forse il prossimo Sinodo sulla famiglia è l'occasione migliore".

Renzo Gubert

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