Monte Baldo, il Parco che non decolla

di Tiziano Bianchi

Parco del Monte Baldo, avanti tutta ancora per un anno. È stata approvata martedì pomeriggio dal Consiglio comunale di Brentonico la proroga di un anno alla fase di rodaggio del nuovo ente nato tre anni fa, sulla base di un progetto che combinava l'ambizione della tutela ambientale e l'aspettativa di un rilancio turistico dell'area del Baldo trentino. Questa mattina il dossier arriva anche sulla scrivania dei consiglieri comunali di Ala, fra i Comuni fondatori e aderenti alla Riserva, come Avio, Nago Torbole, Mori e, naturalmente, Brentonico che ne è capofila. L'approvazione, ad Ala, pare scontata.

L'accordo iniziale, che risale al 2013, prevedeva una fase triennale durante la quale si sarebbero dovute mettere in campo una serie di azioni condivise dal basso, con gli operatori economici e con i protagonisti del territorio, per far decollare quello che allora si presentava solo come un contenitore istituzionale da riempire di idee e di progetti. Dopo tre anni, le azioni sono ancora a metà o giù di lì: «Ci sono stati ritardi burocratici attribuibili alla Provincia e non a noi, e quindi ora si rende necessario andare ai tempi supplementari per portare fino in fondo le azioni già intraprese che faranno decollare il Parco e sono sicuro che fra un anno potremmo misurane i benefici», ha spiegato il sindaco Christian Perenzoni. Insomma fra un ritardo e un tentennamento, i Comuni del Parco hanno deciso di restare uniti ancora per un anno e poi si vedrà. Nel senso che, finito il periodo di rodaggio e misurati i risultati raggiunti, si tireranno le somme e ciascuno dei Comuni sarà libero di restare o di andarsene per la propria strada.

In realtà, tuttavia, il clima già da ora non appare tanto sereno. E qualche nuvolone è già spuntato all'orizzonte del Castello di Sabbionara: ad Avio infatti la proroga non è ancora stata votata e il sindaco Secchi non assicura che sarà votata entro luglio: «So che gli altri Comuni hanno già approvato questo atto, ma per il momento noi non lo abbiamo ancora inserito all'ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale che dovrebbe essere convocato verso metà luglio. Questo non significa che non lo faremo, diciamo piuttosto che non c'è fretta».

Da Avio, insomma, sul tema Parco, ma non è una novità di oggi, arrivano segnali di titubanza, che sembrano più che altro dei messaggi indirizzati agli altri partner: «Beh, innanzitutto dobbiamo capire - spiegava ieri Secchi - se e quanto il Comune di Avio abbia avuto, o possa avere in futuro, dei vantaggi, perché mi pare che i prossimi investimenti siano completamente assorbiti dalla ristrutturazione di Palazzo Baisi a Brentonico e dal sostegno finanziario all'ufficio del coordinatore. È un ragionamento che mi riservo di fare insieme alla mia maggioranza. Ma, ripeto, lo faremo senza pregiudizi».

Convinti, anzi convintissimi, di andare avanti con il Parco invece gli alensi, che oggi, tuttavia, rientrano nell'area protetta solo marginalmente con una manciata di ettari a monte di Pilcante e di Chizzola. L'assessore all'Agricoltura della città di Velluto, Luigino Lorenzini, ipotizza addirittura l'eventualità di estenderne il perimetro sin oltre il corso dell'Adige che divide la Vallagarina e fino alla montagna della Lessinia: «In questo periodo bisogna essere coraggiosi, perché non pensare fin da ora ad una grande area protetta che racchiuda sia il Monte Baldo che il Gruppo della Lessinia? Dobbiamo unirci per essere più forti e più credibili».

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