Valanghe, in Lombardia obbligatorio dotarsi di Arva Nuove norme: in montagna solo con l'apparecchio

di Redazione Web

La faccenda è riassunta in questo breve comma dell'articolo 14 della nuova legge lombarda sugli impianti sciistici e le attività in montagna: «Gli utenti delle superfici innevate diverse dalle aree sciabili attrezzate che praticano sport sulla neve devono rispettare le regole di comportamento di cui al comma 2, in quanto applicabili. Gli sciatori fuori pista, gli escursionisti d'alta quota e gli sci-alpinisti devono inoltre munirsi di appositi attrezzi e sistemi elettronici per consentire un più facile tracciamento e il conseguente intervento di soccorso».

In altre parole, stanto alla lettera della norma, chiunque affronti escursioni sulla neve, in quota, fuori delle piste, deve attrezzarsi con pala, sonda e apparecchio di ricerca in valanga (Arva), un dispositivo che trasmette un segnale in modo da consentire la localizzazione delle persone sepolte da parte dei soccorritori (utilizzando lo stesso strumento).

Le norme, che sanciscono anche il divieto di risalire le piste a piedi o con gli sci (questione recentemente oggetto di un dibattito rovente in Trentino), prevedono sanzione piuttosto pesanti: si può arrivare fino a 250 euro per chi viene sorpreso in montagna senza la dotazione tecnica prescritta.

L'entrata in vigore della legge ha scatenato le polemiche e parecchi esperti di montagna hanno evidenziato una serie di criticità, a cominciare dalla indicazione troppo generica delle aree in cui scatta l'obbligo (anche a quote medio-basse può cadere molta neve, così come può essercente pochissima anche in alto).

Inoltre, è arduo immaginare un regime di controlli stringenti sul territorio, considerato che si parla in ogni caso di zone non presidiate dalle forze dell'ordine, a differenza di quanto avviene per le piste da sci dove gli agenti vigilano sul comportamento tenuto dagli sciatori. 

Lo stesso utilizzo dell'Arva, peraltro ovviamente da sostenere, rischia di dare una ingannevole sicurezza agli escursionisti, che fra l'altro devono anche imparare a utilizzare il dispositivo, nella malaugurata ipotesi che sia necessario farvi ricorso.

In definitiva, accanto alle raccomandazioni sulla necessità di dotarsi delle attrezzature menzionate, molti sottolineano che la discriminante per una maggiore sicurezza è rappresentata, più che da una norma di legge, dalla formazione degli escursionisti: bisogna saper valutare il rischio, consultare con attenzione i bollettini nivometeorologici specifici dell'area in cui si itnende andare in montagna, evitare comportamenti pericolosi che potrebbero favorire il distacco di slavine.

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