Salvini nell'inferno di Rosarno: «A sinistra i primi razzisti»

I migranti ogni inverno prendono d'assalto la piana di Gioia Tauro in cerca di un lavoro nei campi per la raccolta degli agrumi. Ed è in uno di questi comuni, Rosarno, che Matteo Salvini ringrazia gli elettori e ribadisce la sua visione sull'immigrazione.
«Rosarno è conosciuta nel mondo non per la sua storia e la sua economia ma per gli immigrati» dice Salvini scatenando l'applauso di centinaia di sostenitori. Un inferno, quello tra Rosarno e San Ferdinando, testimoniato dalle condizioni in cui i migranti sono costretti a vivere nella baraccopoli. Un luogo in cui, il 27 gennaio scorso, un incendio ha mandato in cenere 200 tra tende e baracche portandosi via la vita di una 26enne nigeriana, Becky Moses. «I primi razzisti - dice Salvini - sono a sinistra perché dicono siamo accoglienti ma non si rendono conto che quel tipo di accoglienza crea nuovi schiavi: 2 euro all'ora è schiavitù». Il leader della Lega rilancia quindi l'idea di «Italia che ho in testa, che chiude le porte ai delinquenti e le apre a chi scappa davvero dalla guerra. Però prima vengono gli italiani».

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