Boschi ai pm: sul petrolio una libera scelta politica

«Non ho subito pressioni, la norma su Tempa Rossa è stata una scelta politica»:  il ministro Maria Elena Boschi spiega di aver chiarito così la situazione durante l'incontro di ieri con il procuratore Luigi Gay, i pm Basentini e Triassi e il magistrato della Dna, Elisabetta Pugliese (presente il capo della squadra mobile di Potenza).

I magistrati sono stati ricevuti nello studio al terzo piano di largo Chigi per ascoltare il ministro, in quanto persona informata dei fatti, su tutti gli aspetti che riguardano l'emendamento del governo che ha sbloccato l'area petrolifera Tempa Rossa, un provvedimento di cui in varie intercettazioni parla con il convivente (in affari nel progetto petrolifero),  l'ex ministro Federica Guidi, che per questo si è già dimessa. A poco distanza, Matteo Renzi interveniva a una rovente direzione Pd.

Una serie di domande alle quali la responsabile del dicastero delle riforme ha risposto dando tutti i dettagli possibili di cui era a conoscenza nelle sue funzioni di ministro di Rapporti con il Parlamento.

Frattanto, sono arrivati in Basilicata per chiedere le dimissioni del Governo e per chiedere di votare "sì" al referendum anti trivelle del 17 aprile una quarantina di parlamentari del Movimento cinque stelle, guidati dal vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio

Hanno partecipato nel pomeriggio a una manifestazione a Viggiano (Potenza), davanti al Centro Oli dell'Eni, "protetto" dagli addetti della sicurezza. Il mega impianto della Val d'Agri - dove la produzione è sospesa da giovedì scorso - è al centro di uno filoni dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Potenza sulle estrazioni petrolifere in Basilicata. Trivellopoli, la chiamano i pentastellati. "È uno scandalo - dice Di Maio - che in questo momento il Governo sta facendo di tutto per occultare". Sono alcune centinaia, in molti giunti anche dalla Puglia, dalla Campania e da altre regioni meridionali. Sventolano le bandiere, gridano "Tutti a casa, tutti a casa". Mentre sul palco si alternano europarlamentari (Piernicola Pedicini sottolinea le "responsabilità di livello europeo"), amministratori, consiglieri regionali e parlamentari.

Ma il più atteso, ovviamente, è Di Maio. Attorniato dalle tante telecamere e dai tanti microfoni dei numerosi giornalisti inviati in Basilicata, il vicepresidente della Camera si rivolge anche al Presidente del Senato, Pietro Grasso. "Abbiamo presentato una mozione di sfiducia e vogliamo che si voti il prima possibile". Perchè, secondo Di Maio, la maggioranza per sfiduciare l'Esecutivo c'è, almeno "a parole. Perchè, a parole i numeri ci sono. C'è la maggioranza di chi dice di non essere d'accordo con Renzi". Poi, però, bisognerà passare ai fatti.

"Quando si tratterà di votare la sfiducia - spiega Di Maio - non si dovrà scegliere tra Renzi e mandarlo a casa. Bisognerà scegliere tra il mantenere la poltrona e la coerenza, e noi negli ultimi anni abbiamo sempre scelto la coerenza. Ma più alta sarà la consapevolezza dei cittadini su quello che sta accadendo qui, in Basilicata, e più in Senato sentiranno la pressione degli stessi cittadini".

Da Roma alla Val d'Agri, il Movimento cinque stelle attacca il Governo e lo fa senza mezzi termini. "Renzi? Oggi - risponde l'on. Alessandro Di Batista - nella direzione del Pd, sembrava un politico delirante, che difendeva l'indifendibile, che difendeva una marchetta per il fidanzato di un ormai ex ministro".

Il Governo, "deve andare a casa", anche perchè le responsabilità dell'emendamento per Tempa Rossa "sono pure di Renzi e della Boschi. Non si può liquidare la questione - sottolinea Di Maio - con le dimissioni della Guidi. La responsabilità del governo potrebbe finire solo se la legge fosse abrogata".

Nella mozione presentata in Senato, il M5S spiega che "anche il solo sospetto che, attraverso la sua funzione di governo, il ministro Boschi abbia potuto influenzare l'andamento delle attività di governo nella vicenda in questione, non ne consente la permanenza nel prosieguo dell'incarico".

E ancora. Il progetto Tempa Rossa "non è sviluppo. Il governo pensa solo alle grandi lobby e alle grandi multinazionali e non si occupa dei cittadini e della loro salute".

A Viggiano si fa buio, sul palco i pentastellati, illuminati dalle luci del Centro Oli, continuano a spiegare le ragioni, contro il Governo e a favore del referendum. E domattina, tutti a Tempa Rossa, per un'ispezione dove si sta realizzando il Centro Oli del progetto Tempa Rossa.

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