L'addio di Luciano Flor all'Azienda sanitaria trentina «Ero stufo, a Padova mi hanno voluto a tutti i costi»

Mentre Ugo Rossi, non senza criticarla, annunciava la scelta di Luciano Flor di lasciare l'Azienda sanitaria trentina, lui era in Laguna dove il presidente veneto Luca Zaia presentava i nuovi undici direttori generali

di Patrizia Todesco

Mentre Ugo Rossi, non senza criticarla, annunciava la scelta di Luciano Flor (vedi i fatti) di lasciare l'Azienda sanitaria trentina, lui era in Laguna dove il presidente veneto Luca Zaia presentava i nuovi undici direttori generali tra i quali, appunto, Luciano Flor, chiamato, dal primo febbraio, a guidare l'Azienda ospedaliera di Padova.
Dottor Flor, come mai questa scelta di andarsene a due mesi dal rinnovo del suo contratto?
Quanto tempo volevate che rimanessi ancora sulla graticola? Io sono stufo. Da mesi la sanità trentina è nell'occhio del ciclone. Le parole caos, sconcertante, imbarazzante, incompetente sono all'ordine del giorno. 
Ma le critiche non erano rivolte solo e sempre al direttore generale
No, hanno riguardato anche la mia persona. Ricordo che c'è stato un consiglio provinciale che ha votato per revocarmi l'incarico. Questa è la Provincia di Trento, e se la Provincia di Trento è questa a me non va bene.
Dunque la sua non è una scelta legata al prestigio o ai soldi, ma piuttosto allo sfinimento per le continue critiche?
Io qui a Padova sono stato nominato senza aver fatto domanda. Mi hanno nominato perché sanno chi sono e come lavoro.
Da quanto tempo sapeva? Il presidente Rossi si è dichiarato deluso della sua scelta e della modalità con cui lei ha comunicato la decisione.
Mi hanno chiamato ieri (martedì) e mi hanno chiesto se accettavo. Io non sono più disponibile a farmi giudicare da certe persone. Io ho una dignità, credo di avere una professionalità. E sentirmi messo ogni giorno in discussione non mi va bene.
Quindi questa proposta è arrivata ad hoc, in un momento di disagio per lei?
C'è tutta la sanità a disagio. Chi fa bene la sanità è a disagio.
Ma di chi è la colpa di questo disagio?
La colpa è del direttore generale.
Non scherziamo, ci sarà un qualcuno responsabile secondo lei.
No, non scherzo. Forse se me ne vado via si risolve tutto.
Lei parla di mesi di critiche e tensioni. La vicenda Borgonovo Re significa qualcosa?
Dico solo che non sono mesi, ma anni di pressioni. Io non sono più nelle condizioni di accettare critiche. Da troppo tempo mi sentivo un problema. Evidentemente per il Trentino sono un problema e per altri no.
Avrebbe fatto scelte differenti senza il condizionamento della politica?
C'è un detto che dice: «Chi sta bene non si muove».
Le ultime scelte sulla riorganizzazione dei punti nascita hanno pesato?
Ma no, io non posso pensare di avere tutta la comunità contro. Io ricevo lettere, telefonate: c'è una percezione sbagliata della sanità trentina e, di conseguenza, mi chiedo cosa sto lì a fare. Abbiamo ricevuto molti riconoscimenti eppure continuano a dire che le cose non vanno bene. 
Si rimprovera qualcosa del lavoro di questi anni?
Credo di aver dato tutto quello che potevo e ho avuto tantissimo. Oggi ho ricevuto centinaia di messaggi da parte di tanti operatori della sanità trentina.
Ritiene che in Veneto avrà meno ingerenza da parte della politica nel suo lavoro?
Non lo so. Io vado a lavorare all'Azienda universitaria di Padova dove mi hanno voluto a tutti i costi.
Quindi non è stata una scelta difficile?
No, se si tiene conto della situazione che stavo vivendo. Mi è stata data un'opportunità e io l'ho colta. 
E ora cosa pensa che ne sarà dei punti nascita, dei quali da tempo si discute?
Mi auguro che si mantenga livello di qualità e sicurezza. Con tutti gli articoli scritti non c'è stato alcun caso in cui sia successo qualcosa a un malato. È stata una campagna vergognosa.
Chi prenderà il suo posto ora?
Fino alla fine di gennaio ci sarò io, poi dal primo febbraio le funzioni passeranno al più anziano dei direttori generali, ossia a Franco Debiasi, a meno che la Provincia non decida di commissariare l'Azienda. 
Quindi porterà avanti i progetti in sospeso fino all'ultimo giorno.
Certo. Abbiamo tante cose da completare. I programmi e attività del 2016, per esempio.

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