La Corte dei Conti boccia Rossi Le reazioni dell'opposizione

di Luisa Maria Patruno

Il governatore Ugo Rossi non è stato convincente. Le controdeduzioni che ha presentato martedì scorso - in udienza pubblica - alla Sezione di controllo della Corte dei Conti di Trento in relazione al bilancio di previsione 2015 della Provincia non sono state infatti sufficienti per superare - se non parzialmente - i rilievi formulati dal magistrato istruttore Massimo Agliocchi. E così nell'accertamento della Sezione di controllo composta dal presidente Diodoro Valente, dal consigliere Gianfranco Postal e dal magistrato relatore Agliocchi, pubblicato sul sito della Corte a pochi giorni da quell'udienza, vengono confermate tutte le principali irregolarità contestate, alcune delle quali vengono definite «gravi irregolarità», in particolare una serie di irregolarità, sotto vari profili, relative all'indebitamento della Provincia e delle sue società. Sono debiti di cui secondo i rilievi della Corte non è possibile riuscire a individuare l'effettiva entità. La decisione ora sarà trasmessa alla presidenza del consiglio dei ministri e al ministro dell'Economia.

Ma ecco l'elenco finale delle irregolarità contestate dalla Corte dei Conti, che la Provincia non è riuscita a confutare:
1. La mancata istituzione del Collegio dei revisori (Rossi ha promesso che ci sarà dal 2016 dopo approvazione della norma di attuazione).
2. L'impossibilità del controllo dei vincoli quantitativi dell'indebitamento.
3. Mancata predisposizione di un documento dimostrativo della relazione tra indebitamento e spesa di investimento con conseguente impossibilità di verifica del rispetto della cosiddetta «regola aurea» del vincolo qualitativo dell'indebitamento ( grave irregolarità ).
4. Presenza di indebitamento non valutato come tale in ordine alle concessioni di crediti erogate dalla Regione ( grave irregolarità ).
5. Mancata finalizzazione a spese di investimento del debito connesso alle concessioni di crediti regionali ex art. 1 della L.R. n. 8/2012 ( grave irregolarità ). I soldi della Regione sono stati impegnati invece che per opere per finanziare il fondo di rotazione per accesso al credito da parte delle imprese (40 milioni), il fondo strategico (75 milioni), il fondo per il risparmio casa (10 milioni).
6. Mancata approvazione del piano di ammortamento del debito connesso alle concessioni di crediti regionali e alla conseguente assenza di stanziamenti delle spese (rimborsi di prestiti) ( grave irregolarità ).
7. Mancata produzione di copia di avvenuta comunicazione o notificazione alle Autorità europee del regime di aiuto (articoli 107 e 108 del TFUE e regolamenti attuativi) con riferimento al progetto di sviluppo del territorio ex art. 1 L.R. n. 8/2012, art. 34-ter 1 della L.P. n. 6/1999 e relative deliberazioni provinciali e regionali attuative del programma di aiuti alle imprese.
8. Presenza di rilevanti passività potenziali (differenziale negativo di 14,6 milioni di euro) connesse agli strumenti finanziari derivati sottoscritti da Patrimonio del Trentino spa e da Cassa del Trentino spa e la mancanza di accantonamento in fondo rischi. I derivati sono stati stipulati inoltre dal 2008 in vigenza di divieto di legge.
9. Presenza di passività potenziali connesse all'annullamento della procedura di gara per la realizzazione del nuovo ospedale del Trentino (Not) e la mancanza di accantonamento in fondo rischi (per eventuali richieste di indennizzi dalle imprese).
10. Utilizzazione dell'avanzo di amministrazione derivante dal rendiconto 2014 non ancora approvato (e quindi accertato) dal Consiglio provinciale ( grave irregolarità ).
11. Mancanza di quantificazione delle minori entrate derivanti dalle agevolazioni Irap (finanziaria 2015) e la conseguente carenza di una chiara ed analitica copertura di dette minori entrate ( grave irregolarità ).
12. Non attendibile previsione d'entrata inerente alla restituzione di somme anticipate ai Comuni ed alle società partecipate per l'estinzione dei mutui.
13 . Eccessiva incidenza della spesa del personale sulla spesa corrente.
14 . Mancata predisposizione di un idoneo piano di razionalizzazione delle partecipazioni societarie (Rossi ha promesso che lo presenterà entro il 31 marzo 2016).

LE REAZIONI

MOVIMENTO 5 STELLE (Filippo Degasperi)

«Come era ampiamente prevedibile la Corte dei Conti ha confermato tutti i giudizi negativi espressi sul bilancio previsionale 2015 della PAT. Resterà deluso chi aveva creduto alla versione circolata su alcuni mezzi di informazione di un Rossi che "ribatteva colpo su colpo" alle richieste di chiarimento dei magistrati. La verità è che le argomentazioni presentate da Rossi sarebbero andate forse bene in un contesto da bar sport, non certo in una sede istituzionale come la Corte dei Conti. Del resto non è che il Presidente della Provincia potesse fare molto altro: i rilievi sono puntuali e motivati, e non c'è modo per smentirli nel merito. Ciò che verrà fatto sarà sperare nella benevolenza del Consiglio dei Ministri guidato dall'amico Renzi affinché chiuda tutti e due gli occhi. Un salvataggio politico che magari arriverà anche, visto e considerato che in certi ambienti "le Leggi per i nemici si applicano, per gli amici si interpretano", ma di certo essere salvati dalla tanto esecrata Roma non deve costituire un gran vanto per l'esponente di punta di un partito che ha per ragion d'essere l'esaltazione della trentinità a prescindere...»

«Per ciò che riguarda lo specifico dei rilievi avanzati dalla Corte preme sottolineare come i magistrati contabili abbiano riconosciuto in pieno le argomentazioni avanzate a suo tempo dal M5S, citando la nostra interrogazione (la n°1485) a riguardo dei derivati provinciali e, giudicando come noi la risposta insoddisfacente, chiedendo un supplemento di approfondimento. A questo proposito giova ancora una volta ricordare come Rossi sia arrivato a chiedere "aiuto" alla Corte per trovare una soluzione al problema, ma a causa del modo nel quale sono stati stipulati i contratti una soluzione non esista, a meno di non mettere in conto ulteriori perdite milionarie (allo stato attuale il conto ammonta a 14,6 milioni di euro, con perdite costanti ogni anno). In questo caso il problema non è solo il danno per i conti pubblici ma anche il fatto che i derivati sono stati sottoscritti nel 2008 in flagrante violazione delle norme vigenti (salvo voler credere che Cassa del Trentino e Patrimonio del trentino spa, controllate al 100% dalla Provincia, non siano a tutti gli effetti riconducibili alla stessa), un fatto di estrema gravità, che ci porta ancora una volta a chiedere che vengano individuati i responsabili e venga chiesto loro il conto di questa disastrosa operazione»

FORZA ITALIA (Giacomo Bezzi)

Non siamo stupiti nel vedere come, le diverse sollecitazioni proposte in questi due anni al Presidente Rossi sui temi sollevati dalla Corte dei Conti, sono state anche da quest'ultima confermate.
Dispiace per i trentini vedere che chi li governa mantiene un atteggiamento di superficialità, superbia e arroganza rispetto a temi d’interesse pubblico.
La questione dei derivati (soldi persi ed irrecuperabili) e la questione dell'aumento del debito ingiustificato (investimenti non produttivi) servono solo al mantenimento di un potere, ormai decennale, di un centrosinistra autonomista autoreferenziale e auto protettivo, che ha come unico scopo quello di mantenere se stesso e favorire esclusivamente alcuni trentini.
Lo smantellamento delle risorse della Regione senza provvederne il futuro rimborso, la superficialità dell'appalto del NOT e della conseguente gestione, dimostra come il potere senza ricambio, crei delle degenerazioni con una tendenza ad assumere i connotati di una amministrazione pubblica sopra ogni potere di controllo pronta ad autoassolversi in ogni circostanza.
Cito l'esempio della Cooperazione, Cantina di Lavis e ancora le casse rurali quando Rossi in aula non esitò a dichiarare l’inesistenza di casi di anatocismo ed usura in Trentino, o come vengono archiviate e salvate in Trentino tutte quelle situazioni che in ogni altra parte del mondo fallirebbero, con organi di controllo che controllano ed assolvono se stessi.
L'ultima in ordine di tempo, HIT, “venduta” come l'ultima grande invenzione della ricerca trentina, creata unicamente per dare risposta di assunzione ai dipendenti di TrentoRise (dicesi milioni di euro) senza risorse per lo sviluppo (unicamente 200.000 euro per i bandi di gara).
Tutto ciò preoccupa e fa riflettere, ci si chiede se l'assenza di alternanza politica in Trentino dovuta alla sommatoria di forze politiche distanti tra loro (autonomisti e sinistra) unite soltanto dall'interesse comune per il potere finalizzato al mantenimento dello status quo, possa davvero traghettarci nel futuro.
L’inesistenza di alternanza politica, crea sacche di potere conservativo che degrada nella incapacità gestionale e nella consapevolezza di porsi oltre il limite della sana amministrazione autonomista, tanto cara al fondatore Alcide Degasperi.
La forzatura nel sistema elettorale Italicum caldamente voluta dal centrosinistra autonomista, rendendo (sulla carta) impossibile una rappresentanza parlamentare delle opposizioni, dimostra come il senso del limite si sia superato.
Sarà forse questo il destino del Trentino, ma intanto i migliori giovani se ne vanno perchè non possono esprimere il loro talento in una Provincia amministrata come una sorta di dittatura che controlla tutto e tutti al solo fine di mantenere questo potere invariato.
Eppure in Trentino per fortuna esiste ancora chi lavora e fa lavorare persone senza aiuti pubblici e senza andare a chiedere con il cappello in mano… ma che non rinuncia a denunciare questa situazione di potere malato e auto conservativo che inevitabilmente danneggerà le future generazioni.

CIVICA TRENTINA (Claudio Cia)

Un giorno sì e l'altro pure, veniamo martellati di notizie del tipo: “il Trentino ai primi posti nella qualità della vita”, “il Trentino eccelle nella qualità dei servizi universitari”, “gli studenti trentini sono i migliori d'Italia nelle prove Invalsi”, ... (la lista continua). Da noi persiste la radicata consuetudine di autoelogiarsi in proclami di supremazia sul resto del mondo; siamo i più giusti, i più bravi, i più belli. Peccato però che vi siano anche “record negativi”, assai dannosi per la credibilità del nostro territorio, primati che ci posizionano sullo stesso gradino delle altre regioni e dei quali occorrerebbe discutere, mettendo al corrente il cittadino. > > La scorsa settimana è stata resa pubblica la deliberazione finale della Corte dei Conti sul bilancio provinciale per l'anno 2015: 66 pagine assai chiare e allo stesso tempo difficili da riassumere in poche righe. Molteplici sono le anomalie messe nero su bianco: la mancanza di un Collegio di revisori dei conti, influenze politiche sui revisori contabili, scarsa trasparenza sull'indebitamento provinciale, finanziamenti a privati a fondo perduto, trasferimenti a pioggia alle società partecipate, uso di derivati. La deliberazione della Corte è un bollettino preoccupante. > > In conclusione, le irregolarità evidenziate mi allarmano e non mi consentono di tacere. In qualità di consigliere provinciale, non posso che constatare la deleteria amministrazione della cosa pubblica, il vergognoso scandalo di operazioni finanziarie rischiose e poco cristalline, la presenza di un sistema “ai limiti della legalità”. Ciò che consegue è un duro colpo alla nostra autonomia, vieppiù in una fase storica in cui il Governo centrale attua l'indirizzo di pesanti tagli alle risorse delle regioni a statuto speciale. Parafrasando le parole di Degasperi (oltraggiato dalle attuali prassi), l'autonomia può essere giustificata solo se dimostriamo di riuscire a garantire qualità ed onestà, anche con minori risorse rispetto al passato. > > Da un lato l'acume e la preparazione della Corte presieduta da Diodoro Valente, dall'altra la Provincia di Ugo Rossi e la sua propaganda infantile sbandierata ai quattro venti: ai trentini il compito di scegliere chi seguire.

LEGA NORD (Maurizio Fugatti)

La scorsa settimana nell'intervento finale  sulla legge finanziaria, il Presidente Rossi ha fatto riferimento criticamente alle contestazioni sollevate della Corte dei Conti sull'operato della giunta provinciale.
Lo ha fatto in modo presuntuoso, al punto che a chi è poi intervenuto facendogli notare che la Corte dei Conti è un potere "terzo" sul quale non si dovrebbe istituzionalmente prendere posizione, il Presidente ha risposto con fare arrogante mandandolo letteralmente "a quel paese" in diretta tv. In pratica chi si è permesso di obiettare al Presidente le sue parole sulla Corte dei Conti, è stato trattato come un Pierino o un San Tommaso, della serie: "Non rompere le scatole che abbiamo finito la finanziaria e ora andiamo in vacanza!". Le vacanze sono certo cominciate, ma la Corte dei Conti non ha minimamente tenuto conto delle considerazioni difensive di Rossi in audizione e lo ha sonoramente bocciato.
L'impostazione presuntuosa e arrogante della giunta provinciale è stata quindi bloccata con rilievi nelle materie contabili e fiscali che certo non fanno brillare di sana gestione e trasparenza la autonomia trentina.
Non è certo bello sapere che in Provincia hanno giocato con gli strumenti finanziari derivati senza prevedere fondi rischi adeguati, e che la Provincia ha investito nelle società partecipate più di 5 miliardi di euro, cifra superiore alle entrate totali del bilancio provinciale.
Sarà interessante capire come intende il Presidente Rossi rispondere nel breve periodo alle contestazioni della Corte sulle società partecipate. La Corte infatti pare arrivare a mettere in discussione le partecipazioni della Provincia dirette o indirette nelle società, ma ad oggi non è chiaro dove vuole andare a parare la giunta provinciale per rispondere seriamente a queste criticità.

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