Canone Rai in bolletta, divisioni nella maggioranza

«Far pagare il canone Rai a chi paga una bolletta della luce è illegale senza una modifica, con legge ordinaria, del Regio decreto legge del 1938 che lo ha introdotto». È quanto sostiene in una nota, l’Unione nazionale consumatori richiamandosi, come hanno fatto ieri altre organizzazioni, all'annuncio del presidente del consiglio Matteo Renzi circa il trasferimento del canone Rai sulle bollette elettriche (100 euro), quindi su tutti i contribuenti a prescindere se possessori o meno di televisori.
L’Unc ricorda che l’art. 1 del R.D.L. n. 246 del 21/2/1938 è chiaro nello stabilire che il canone deve essere pagato da «chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni», ossia dei programmi televisivi.

«Non può essere introdotto il principio che deve pagare chi ha un contatore della luce con un emendamento messo nella legge di stabilità o nel Milleproroghe. Tanto più che viene invertito l’onere della prova, costringendo il consumatore a dover dimostrare la propria innocenza in un caso in cui è impossibile fornire documentazione adeguata a propria discolpa, come invece accade in altri esempi di evasione. Difficile provare di non avere una tv, senza una perquisizione delle forze dell’ordine nell’appartamento. Non possiamo, però, trattare chi non ha una televisione alla stregua di un criminale. Viene meno il principio di presunzione di innocenza fissato dalla Costituzione. La prova dell’evasione deve restare a carico dello Stato.
Insomma, seppur da stigmatizzare, il fenomeno dell’evasione non può essere risolto così, anche perchè si andrebbero a confondere ancor più le idee degli utenti che ricevono una bolletta elettrica», ha proseguito Dona.

Frattanto l'annuncio di Renzi riscalda il mondo politico e la stessa maggioranza di governo si divide.

Una riduzione del canone a 100 euro da inserire in bolletta «è troppo poco, come minimo bisogna scendere a 85 altrimenti non si fa una operazione pagare tutti per pagare meno, ma si aumenta il carico fiscale», controbatte il numero uno di Scelta civica, sottosegretario al ministero dell’economia, Enrico Zanetti che precisa di parlare in nome del partito.
«Non siamo contrari a priori di certo, però deve essere consistente da 113 a 100 euro. Per metter in piedi - conclude - questo ambaradan, è troppo, troppo poco».

Ma anche all'interno della stessa Scelta civica, la formazione che fu fondata dall'allora premier Mario Monti, i parirei sono diversi e c'è chi è ancora più deciso: «Lo sconto di 13 euro sul canone annunciato dal presidente Renzi sembra davvero poca cosa, soprattutto se paragonato allo storico sforzo di riduzione delle tasse che questo governo sta compiendo. Il canone è la tassa più odiata dagli italiani e bene farebbe il governo ad abolirlo per sempre e per tutti, senza impropri addebiti in bolletta», afferma dice Pierpaolo Vargiu, deputato indipendente ma iscritto al gruppo di Scelta sivica.

L'ex ribelle di Forza Italia Raffaele Fitto, ora leader dei Conservatori e Riformisti, rilancia a sua volta l'abolizione del canone e pure la privatizzazione della Rai. «Il sistema televisivo è cambiato, e non ha senso rimanere inchiodati agli anni Ottanta o agli anni Novanta. Un punto essenziale (mai praticato finora) è quello di mettere i partiti fuori dalla Rai. Renzi non vuole farlo, e in questo si mostra come l’ultimo dei vecchi partiti, anzichè come il primo dei nuovi. Come Conservatori e Riformisti, presenteremo emendamenti di svolta: proprio per abolire il canone, per abolire il tetto pubblicitario, per privatizzare la Rai, insomma per aprire ancora di più il mercato televisivo», afferma.

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