Primon, gli Schützen, gli alpini e il suo programma per le comunali

«Ho fondato la Lega nord Trentino nella mia cantina e sono stato l’unico dimissionario nella storia del partito. Lo feci nel 1992 dopo aver scoperto che alcuni leghisti incassavano tangenti. Poi creai la “Lega del Tridente ammazza tangente” e mi candidai alle provinciali del 1993. Presi 3.800 preferenze, ma non furono sufficienti... Sai, al tempo non c’era mica internet».
Già... forse non lo diresti, ma Paolo Primon - il candidato sindaco più vecchio, l’artigiano che lavora con compressori e macchinari vari, quello che va in giro con un risciò a pedali con un pannello fotovoltaico sul tetto per far funzionare la radio - è un grande fan del mondo virtuale. «Quasi tutti i candidati della lista li ho conosciuti su internet. I ragazzi condividevano i video postati sul blog “popoliliberi.wordpress.com” e si sono appassionati. Da lì tutto ha preso il via. Anzi, se non era per mia moglie...»


È stata sua moglie a convincerla a fare la lista?
Diciamo che il giorno che ha fatto scattare la scintilla è stato quello in cui l’hanno rapinata. Quel giorno lì mi sono girate... e non dico quanto. Perché non è possibile che chi si prende l’onere di amministrare un comune permetta che poi succedano quelle cose che ormai sono all’ordine del giorno nella nostra città.


La sicurezza... ci arriviamo. Ma prima spieghi il significato del nome scelto per la lista: Popoli liberi.
Senso di libertà, l’aquila che vola senza ostacoli, come un popolo che non deve avere confini di patria.


Piumotto in testa, Aquila del Tirolo sul simbolo, quali sono i suoi riferimenti politici?
Nessuno. Io sono per l’unità regionale. Non solo di Trento e Bolzano, ma anche di Innsbruck e del Vorarlberg. Sono per l’Europa dei popoli contro i nazionalismi esasperati sostenuti dalle istituzioni europee e dalle multinazionali.

In pratica è un no global. Non l’avremmo mai detto.
Sono contro la globalizzazione perché distrugge l’identità di un popolo, ma di sicuro non mi piacciono i black block.

Un no global ma pure Schütze, interessante.
Sono comandante di un gruppo, la Schützenkompanie Major Giuseppe de Betta, che è fuori da ogni federazione Schützen perché non vogliamo tessere di partito.

Ma lo sa che se lei vincesse le elezioni potrebbe essere il sindaco che accoglierà gli alpini nell’adunata nazionale del 2018?
La contrapposizione tra Schützen e alpini non mi piace, ma da sindaco vorrei ridiscutere la decisione di ospitare l’adunata.

Proprio non le piacciono gli alpini?
Il loro impegno di volontariato è condivisibile e apprezzabile senza ombra di dubbio, ma il nostro passato è un altro. L’Italia sotto il fascismo ha sponsorizzato certe posizioni ostacolando gli Schützen e la scuola non ha mai insegnato la vera storia della nostra terra. Gli alpini sono nati nel 1871 in Italia, qui gli Schützen ci sono da sempre, non come esercito, ma come gruppo di difesa della popolazione, una sorta di protezione civile.

Torniamo a lei con la fascia tricolore sulla spalla. La prima cosa che farebbe è...?
Una lista delle persone senza reddito e una degli irregolari di cui non si sa come campano.

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