Legge di stabilità al voto finale di Montecitorio, dubbi sulle coperture per gli sgravi fiscali

Il governo prevede di poter chiudere domani, martedì, il passaggio definitivo alla Camera della legge di stabilità e non dovrebbe porre la questione di fiducia, perché gli ottanta emendamenti ammessi al voto in aula sono tutti delle minoranze e non dovrebbero passare, dunque la maggioranza non teme il rischio di dover tornare al Senato per una quarta lettura.

La commissione bilancio della Camera ha licenziato il testo senza modifiche e adesso inizia il passaggio in aula, mentre sullo sfondo restano alcune perplessità manifestate dagli uffici tecnici, in relazione alla congruità di alcuni provvedimenti contenuti nella legge. Preoccupa, in particolare, per le coperture finanziarie, il bonus fiscale per i lavoratori autonomi che non hanno dipendenti: gli esperti di Montecitorio rilevano, infatti, che l'aumento della disoccupazione rispetto all'anno precedente potrebbe implicare una lievitazione dei costi connessi con il provvedimento della quale non si è tenuto conto.

Il servizio bilancio di Montecitorio, in un ampio dossier di oltre cento pagine esamina i profili finanziari delle modifiche apportate. E non tutte dunque funzionano alla perfezione. Per quanto riguarda il credito di imposta ai piccoli imprenditori senza dipendenti la platea dei beneficiari è determinata individuando i soggetti che non hanno utilizzato lavoratori dipendenti nel 2012. In proposito, andrebbe valutato, secondo gli uffici, se sussista un incremento di beneficiari, rispetto alla situazione del 2012, determinato dall'aumento della disoccupazione registrato in questi ultimi anni e quindi, presumibilmente, del numero delle imprese che non utilizzano lavoratori dipendenti.

Inoltre - scrive il servizio bilancio - andrebbe altresì valutato se possano determinarsi effetti connessi a possibili comportamenti elusivi (lavoro sommerso) adottati al fine di fruire del predetto credito d'imposta.

Andrebbe acquisita infine la valutazione del governo circa la compatibilità con la normativa europea, al fine di evitare eventuali procedure di infrazione, tenuto conto che il beneficio è limitato a specifiche categorie di contribuenti. Per le alluvioni in Liguria invece appare utile acquisire conferma circa la congruità delle risorse disponibili sulla contabilità, senza pregiudicare gli interventi già programmati a valere sulle medesime disponibilità. Per casse e fondi si rileva che l'onere risulta limitato all'entità dello stanziamento previsto.

Appare, tuttavia, opportuno acquisire l'avviso del governo in merito all'idoneità delle procedure per l'ammissione al beneficio, da definire con apposito decreto ministeriale, a garantire il rispetto del previsto limite di spesa. Quanto alla cessione della rete elettrica Fs Si prevede, inoltre, che le risorse finanziarie derivanti dalla cessione, corrispondenti al valore dei contributi pubblici, siano destinate alla copertura di investimenti sulla rete ferroviaria nazionale previsti dal contratto di programma. In proposito la relazione tecnica del Governo afferma che ciò determinerà minori esborsi a carico dello Stato.

Tuttavia non risulta indicato né dalla disposizione, né dalla relazione quale sia l'ammontare dei contributi pubblici e la conseguente riduzione dei trasferimenti del contratto di programma che verrà effettuata nonché la proiezione temporale di tali potenziali minori spese. Sul punto appare opportuno un chiarimento da parte del governo.

Infine, tra le altre norme, sulla regolarizzazione per gli operatori dei giochi nel caso di mancata adesione alla procedura di regolarizzazione prevista dal testo, l'applicazione del nuovo meccanismo tributario implicherebbe l'attivazione di procedure di accertamento da parte degli uffici le quali, per conseguire gli effetti di gettito attesi, dovrebbero avere un esito favorevole per gli uffici stessi.

Qualora tali circostanze non si realizzassero per intero, verrebbe meno (o comunque potrebbe risultare posticipato) il conseguimento di una quota del maggior gettito stimato dalla relazione tecnica (pari a 210 milioni all'anno).

«Meno tasse, più reddito, consumi, quindi più lavoro e finalmente permanenti gli 80 euro di bonus per i lavoratori», commenta il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan.

«Un legge piena di "marchette" per gli amici del governo», attacca invece il movimento Cinque stelle, mentre nel suo blog Beppe Grillo, dopop il voto di venerdì notte al Senato, aveva parlato di «golpisti»: «Votare di notte come i ladri, con un presidente del Senato senza dignità, un testo con parti addirittura mancanti. Ieri notte è andata in onda l'ennesima pagliacciata di una repubblica in mano a golpisti e tangentari. Il Parlamento va sciolto e bisogna andare a nuove elezioni al più presto. Questa è dittatura con la vaselina».

Anche Forza Italia se l'era presa Grasso, che si è assunto la responsabilità di far votare un testo «che andava ancora sistemato e pulito dagli errori formali», e lo chiama «Gra(da)sso».

Secondo il premier Matteo Renzi, invece, la legge ha stoppato «i vecchi appetiti della politica, fermando l'assalto alla diligenza».

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