Usa, denuncia in Senato Indiani uccisi dalla malasanità

Non solo alcool, disoccupazione, e droghe: i nativi d’America negli Usa, spesso in condizioni di povertà estrema all’interno delle loro riserve, muoiono anche di malasanità.

A denunciare una situazione «spaventosa», nelle cliniche dello stesso governo Usa per la cura dei nativi americani - parte dell’Indian Health Service (il servizio sanitario per gli Indiani stabilito in un trattato del 1787) - è stata una serie di testimonianze rese di fronte all’apposita Commissione del Senato. Vicende talmente tragiche e sconcertanti che John Barrasso - senatore repubblicano del Wyoming e presidente del comitato - ha concluso l’audizione con queste parole: «Ciò che abbiamo scoperto è semplicemente orripilante e inaccettabile. Le informazioni e le testimonianze ricevute possono venire riassunte nel concetto di «malasanità» (malpractice).

Secondo Barrasso, i Centri per Medicare e Medicaid del Ministero della Sanità Usa, hanno confermato che «questi problemi continuano a sussistere e pongono un rischio immediato per la sicurezza dei pazienti. Ed hanno portato a decessi multipli».
A raccontare storie di morti che si sarebbero probabilmente potute evitare con cure tempestive e assistenza medica efficiente, sono stati dei Sioux del South Dakota, degli Winnebago del Nebraska e altri. Vicende in cui pazienti sono deceduti durante i viaggi in ambulanza verso ambulatori troppo lontani o sono stati lasciati agonizzare in corsie ospedaliere deserte, o sono morti perchè non si trovavano macchinari salvavita.

Un esempio per tutti la storia di Debra Free - morta nel 2011 a 45 anni nell’ospedale Winnebago in Nebraska - raccontata dalla nipote, Victoria Kitcheyan, tesoriera proprio della tribù Winnebago. La zia Free morì ufficialmente per un infarto, ma Kitcheyan ha fatto sapere che la donna fu abbandonata in uno stato di delirio e allucinazioni senza supervisione alcuna, tanto che cadde dal letto la notte. Kitcheyan ha descritto una struttura sanitaria in cui «le infermiere del reparto di pronto soccorso non sanno somministrare farmaci di base, o quando far scattare i codici di emergenza o trovare i defibrillatori al momento del bisogno».

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