La ragazzina tedesco-russa confessa: non fu violentata dai migranti

«Il caso è chiarito». Parole lapidarie del portavoce della procura di Berlino Martin Seltner per chiudere la vicenda del presunto stupro da parte di migranti subito dalla 13enne tedesco-russa Lisa F. che aveva acceso una diatriba diplomatica fra Berlino e Mosca. Non c’è stata violenza, ma nelle 30 ore in cui era sparita, la ragazza era stata nascosta a casa di un amico. Era scappata dai genitori.
Con l’amico non ci sarebbero neppure stati contatti sessuali, sempre secondo la procura.

Gli investigatori berlinesi avevano fin dal primo momento smentito le voci diffusesi di una violenza sessuale. «Abbiamo potuto identificare un 19enne», ha proseguito il portavoce della procura, «trovando poi nella sua abitazione alcuni oggetti della ragazza». Dall’interrogatorio è emerso che Lisa F. aveva problemi scolastici e per paura della reazione dei genitori si era rifugiata a casa dell’amico, trascorrendoci poi tutta la notte.

La vicenda aveva assunto valenza diplomatica, dopo che il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov aveva accusato le autorità tedesche di nascondere la violenza alla ragazza per motivi politici, suscitando una decisa reazione da parte del suo omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier.

A sollevare pubblicamente la tesi della violenza sessuale da parte di migranti erano stati i media russi, le cui trasmissioni sono molto seguite dalla comunità dei tedeschi di Russia che vive in Germania. Nei giorni scorsi molti tedesco-russi avevano partecipato a manifestazioni contro i profughi in diverse città tedesche e di fronte alla cancelleria di Berlino.

 

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