Neve in centro Italia: arrivano altri aiuti da diverse regioni, coordinati da Trento

La sala operativa della Protezione civile trentina è impegnata da martedì scorso nel coordinamento degli interventi attivati dalle ripartizioni regionali della Protezione civile per far fronte all’emergenza neve in Abruzzo e Marche. 

Anche un contingente di dieci dipendenti qualificati del Centro addestramento alpino della polizia di Stato di Moena è partito con mezzi speciali per Valle Castellana (Teramo) per portare soccorso alla popolazione colpita dall’emergenza neve, sotto coordinamento della questura di Teramo.

«Complessivamente - spiega in una nota la Provincia - nelle zone del centro Italia stanno operando 7500 operatori, una cinquantina provenienti direttamente dal Trentino, e 260 mezzi. 

Anche questa mattina sono partite dal Veneto e dal Friuli altre due colonne mobili destinate ad intervenire nello sgombero della neve dai tetti nei centri abitati, mentre dal Trentino sono state inviate nella località di Basciano (Teramo) altre due turbine.

Lo sgombero dell’ingente quantità di neve dalla viabilità principale e secondaria rimane l’intervento prioritario: ci sono ancora frazioni isolate che attendono soccorsi. In una giornata di lavoro si riesce a liberare dalla neve dai 15 ai 20 chilometri di strada; in alcuni punti questo tipo di intervento è reso ancora più difficile dalla presenza di alberi caduti che impediscono l’avanzare delle frese-neve, motivo per il quale la Protezione civile nazionale, il cui centro operativo è in costante collegamento con Trento oltre che con le altre Regioni, sta valutando il possibile intervento dei forestali del Trentino.

Il Corpo forestale provinciale ha infatti messo a disposizione 14 operatori, guidati da un direttore di zona, specializzati nel taglio di alberi caduti, in particolare lungo le linee elettriche.

Alcuni degli operatori trentini sono stati dislocati in queste ore, su richiesta della Regione Abruzzo, in località Cermignano, vicino a Penne Sant’Andrea, dove ci sono alcuni nuclei ancora isolati.  

Complessivamente sono 5 le fresaneve inviate dal Trentino, questa la loro operatività:

  • 1 fresaneve operativa dalla mattina di mercooledì 18 gennaio sulla SS 365 di Teramo e dintorni
  • 1 fresaneve operativa sulla SP 48 zona Teramo da ieri mattina
  • 1 fresaneve operativa dalle ore 16 del 19 gennaio sulla SP 49 da Ascoli Piceno verso Valle Castellana
  • 1 fresaneve operativa da questa mattina, 20 gennaio, sulla SP 42 verso S. Giorgio
  • 1 fresaneve operativa da questa mattina, 20 gennaio, sulla SP 47 verso S. Giovanni


A questi mezzi si aggiungono 2 autocarri operativi in comune di Penna S. Andrea su strade comunali secondarie ed altri 2 autocarri che stanno operando a Basciano su strade comunali secondarie».


 


 

Da Bolzano altre due frese sgombraneve, messe a disposizione dal Servizio strade, verranno inviate domani nelle Marche. Per domenica, invece, è previsto il primo avvicendamento di uomini all’interno del contingente di 32 persone inviato in Centro Italia dalla Protezione civile altoatesina.

Uomini e mezzi giunti dall’Alto Adige sono attualmente impegnati in diversi interventi: il corpo permanente dei vigili del fuoco è all’opera a Pozza, frazione del comune di Acquasanta Terme; i mezzi del Servizio strade stanno lavorando per liberare i collegamenti e rendere più agevole la viabilità a Palmiano e Roccafluvione, mentre per i bacini montani gli interventi si stanno concentrando a San Gregorio di Ascoli Piceno.

I vigili del fuoco volontari, invece, sono dislocati a Montemonaco, dove stanno lavorando per rendere più facilmente raggiungibile una struttura in grado di dare accoglienza agli sfollati del terremoto e alle persone bisognose di cura e dove stanno cercando di evacuare le persone isolate in frazioni e località letteralmente sommerse dalla neve.

«Il manto nevoso - raccontano dalle Marche gli uomini della Protezione civile provinciale - varia dal metro ai tre metri, e molti interventi lungo le strade sono resi complicati dai numerosi alberi che si sono abbattuti al suolo. Alcuni tratti, inoltre, risultano talmente sommersi che è necessario l’impiego di sonde per riuscire a rilevare l’originario percorso stradale».

 

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