Chiesa, il fondo pensioni è in rosso Ma la Fornero non lo ha toccato

Il «fondo clero» che eroga la pensione a 13.788 ex sacerdoti, ha una gestione «costantemente in passivo», nel 2012-15 con un rosso tra 56 e 115 milioni e un disavanzo patrimoniale di oltre 2,2 miliardi nel 2015. Sono i dati riportati da «Porte Aperte» Inps dai quali emerge che il 72% dei pensionati gode anche di un’altra pensione. Il Fondo non è stato toccato dalla Legge Fornero.

Prosegue dunque l’operazione trasparenza «Inps a porte aperte». Questa volta è stata presa in osservazione la previdenza degli iscritti al Fondo clero. Il Fondo di previdenza del clero e dei ministri di culto delle confessioni religiose diverse dalla cattolica è stato istituito quale fondo unico con legge 22 dicembre 1973 n.903. In passato, la legge 5 luglio 1961 n. 579 disciplinava l’assicurazione di invalidità e vecchiaia del clero e la legge 5 luglio 1961 n.580 disciplinava l’assicurazione di invalidità e vecchiaia dei ministri di culto delle confessioni religiose diverse dalla cattolica. Con l’unificazione dei due fondi previdenziali è stata istituita a carico del fondo anche la pensione ai superstiti, per cui il Fondo di previdenza del clero eroga la pensione di vecchiaia, la pensione di invalidità e la pensione ai superstiti a favore degli iscritti. Le pensioni erogate dal fondo sono 13.788 (dato di consuntivo 2014).

Nonostante il rapporto iscritti/pensionati sia sempre ben superiore all’unità (1,45 nel 2015), la gestione è costantemente in passivo, riportando risultati economici annuali negativi compresi tra 56 e 115 milioni nel periodo 2002-2015 e un disavanzo patrimoniale di oltre 2,2 miliardi nel 2015. La ragione di questo andamento risiede fondamentalmente nello squilibrio tra contributi versati e prestazioni erogate (nel 2015 il rapporto contributi/prestazioni è di 1 a 3).

Il fondo non è stato interessato dalla riforma pensionistica Monti-Fornero. I contributi non sono commisurati a un’aliquota percentuale della retribuzione o del reddito, ma sono dovuti in misura fissa. Il sistema di calcolo delle pensioni non è né retributivo, né contributivo e/o misto, bensì a prestazioni definite in somma fissa. Il fondo prevede una misura minima per tutte le pensioni che eroga, corrispondente al trattamento minimo dell’assicurazione generale obbligatoria (502,39 euro nel 2015).

Circa il 72% dei quasi 14mila pensionati del fondo risulta titolare di altre pensioni da gestioni diverse, il cui valore medio è di 1.000 euro lordi mensili. Da un ipotetico ricalcolo contributivo delle pensioni, l’Inps evidenzia che - delle pensioni del comparto con decorrenza successiva al 1999 - oltre il 60% delle pensioni subirebbe una decurtazione superiore al 50% e che non esistono soggetti che avrebbero un vantaggio con il ricalcolo contributivo.

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