Molveno: svuotare il lago è costato 15 milioni di euro

di Mariano Marinolli

Lo svuotamento del lago, avvenuto due anni fa per la pulizia della galleria di scarico della centrale idroelettrica di Nembia, alla Hydro Dolomiti, società del Gruppo Dolomiti Energia, è costato la bellezza di 15 milioni di euro, includendo pure il mancato guadagno durante i lavori e il risarcimento al Comune di Molveno e alle associazioni per il danno ambientale, e di riflesso turistico.

A tal proposito, una delegazione di Hydro Dolomiti, guidata dal direttore Lorenzo Cattani, si è recata a Molveno, su invito della locale associazione pescatori, per vedere come sono stati spesi dalla medesima associazione i 70.000 euro versati dalla società per il danno al patrimonio ittico del lago.

Come noto, l’associazione ha in gestione il Centro ittiogenico di Molveno, unico in Trentino per la riproduzione del salmerino alpino che serve al ripopolamento di tutti gli altri laghi. L’ingegner Cattani era accompagnato dai suoi più stretti collaboratori che hanno seguito i lavori del lago di Molveno, ossia l’ingegner Michele Buratti, l’ingegner Luigi Magnaguagno e il perito Maurizio Zambotti.

«Tra noi e i pescatori di Molveno si è instaurato un reciproco rapporto di collaborazione - asserisce il direttore Cattani - e favorire l’attività per il ripristino del patrimonio ittico era quanto da noi promesso in previsione dello svuotamento del lago».

Però questi lavori, che vanno ripetuti all’incirca ogni dieci anni, vi costano un occhio della testa! Non c’erano altri rimedi? «No. Per alimentare la centrale di Santa Massenza, la galleria di Nembia è strategica: l’acqua del Sarca, prelevata in val Rendena, arriva tutta fin quassù e non potevamo fare altrimenti. La somma spesa per lo svuotamento del lago è preventivata nei nostri bilanci; non va valutata la spesa solo per il singolo impianto di Nembia, bensì per l’intero sistema idroelettrico del Sarca, fino a Santa Massenza. Gli impianti idroelettrici hanno sempre pregi e difetti, e lo sappiamo bene. Noi creiamo energia e dobbiamo cercare sempre il minore impatto possibile per convivere con l’ambiente».

Il lago era stato svuotato due anni fa di ben 80 milioni di metri cubi, rispetto alla sua capienza di 130 milioni, abbassando il livello della superficie d’acqua di 113 metri. In passato, il suo svuotamento aveva sempre provocato aspre polemiche con gli operatori turistici e i pescatori. Ma ora non più: «Hydro Dolomiti si è dimostrata comprensiva e generosa nei nostri confronti - afferma Stefano Donini, presidente dell’associazione - e, senza tante polemiche, con il dialogo e il buon senso credo si possano risolvere tutti i problemi. Siamo riconoscenti all’ingegner Cattani e al suo staff tecnico per la sua collaborazione e la massima attenzione all’ambiente che ha dimostrato di possedere».

Prima di congedarsi dai pescatori di Molveno, Cattani esprime un ultimo ringraziamento: «Devo dire che qui sono stati davvero bravi perché, invece di alzare gli scudi e lamentarsi per lo svuotamento del lago, amministrazione comunale e pescatori hanno colto l’opportunità di trasformare il nostro intervento in una risorsa turistica e culturale. Ed è giusto che siano stati ricompensati».

Con il contributo della Hydro Dolomiti, il Centro ittiogenico è stato potenziato con sei nuove vasche esterne, che vanno ad affiancarsi alle dieci già esistenti; il fabbricato è stato parzialmente ristrutturato e dotato di un efficiente impianto di videosorveglianza. Inoltre, alle vasche al coperto sono stati applicati dei moderni erogatori automatici di mangime.

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