Giuristi e psicologi contro ddl Pillon Critici sulla mediazione obbligatoria

La prima incongruenza è sul piano linguistico: il disegno di legge Pillon sull'affido condiviso e sulla «bigenitorialità perfetta» non conterrebbe in nessuna parte la parola «affido». La seconda incongruenza riguarda la mediazione che, se imposta, potrebbe non essere una strada semplice da intraprendere. Il confronto, promosso dal Comitato Pari Opportunità dell'Ordine degli avvocati di Trento ed organizzato in concomitanza con il Festival della Famiglia, si è tenuto ieri pomeriggio alla sala conferenze della Fondazione Caritro. «Osservazioni critiche in pillole ai disegni di legge sulla famiglia e sull'affido condiviso (ddl Pillon) in discussione al Senato» è stato il titolo dell'appuntamento che ha ospitato più voci e più punti di vista. Una tavola rotonda multidisciplinare, dunque, organizzata dall'Ordine degli avvocati di Trento, da Aiaf (associazione avvocati per la famiglia e per i minori) e Ordine degli psicologi.
Critici praticamente tutti gli interventi: sono stati evidenziati i profili di incostituzionalità del ddl Pillon, il mancato rispetto degli obblighi internazionali, della convenzione di New York e di Instanbul, sono stati sollevati dubbi sul fronte del mantenimento.
Ha introdotto l'incontro l'avvocato Beatrice Tomasoni, presidente del Comitato Pari Opportunità dell'Ordine professionale. «Dal punto di vista linguistico è stato evidenziato che in tutta la legge non c'è mai il termine "affido". Si parla solo di mediazione, di una mediazione obbligatoria, diversa da quella oggi esercitata - spiega l'avvocato Tomasoni - La mediazione di oggi è frutto di una scelta e ha un percorso positivo. Mentre ciò che prevede il ddl Pillon è una mediazione obbligata, che ha tutta un'altra valenza».
L'obiettivo della «bigenitorialità perfetta», è stato inoltre detto, ha una valenza ambigua. Un conto è se la suddivisione della cura della famiglia tra padre e madre c'era già prima della separazione, un altro è decidere di spartire equamente mantenimento ed affido quando ormai ci sono fratture insanabili nella coppia. «Un ddl da rigettare in toto» è stata la conclusione del confronto tra giuristi e psicologi.

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