Pride, l'ok di Kompatscher Il Sudtirolo concede il patrocinio

Trento no, Bolzano sì. Dopo la mancata concessione del patrocinio al Gay Pride di Trento da parte del governatore Ugo Rossi, è di ieri la notizia che l'omologo altoatesino Arno Kompatscher ha deciso invece di garantire il sostegno simbolico alla manifestazione del prossimo 9 giugno. «Le Istituzioni che condividono principi di uguaglianza, inclusione e libertà esistono» commentano gli organizzatori dell'evento in una nota. 

Il presidente della Provincia di Trento ha preferito distinguere tra la sfilata del Dolomiti Pride e le manifestazioni di contorno. Manifestazioni che «possono avere il patrocinio» come ha precisato Rossi in un tweet, dopo essere stato criticato anche dai membri della sua stessa coalizione per aver indicato la parata come appuntamento di «folclore ed esibizionismo». In modo diverso si sono mossi i Comuni di Trento, Bolzano e Merano, che hanno concesso il patrocinio. Ieri si è aggiunto quello della Provincia di Bolzano.  

Per quanto riguarda il patrocinio della Regione, il presidente Rossi ha annunciato che non sarà concesso, precisando che la decisione è stata assunta dopo aver consultato il collega altoatesino Kompatscher. In ogni caso il presidente della Provincia di Bolzano ha deciso di «appoggiare» la sfilata del Gay Pride. 

«La notizia arriva come una boccata d'ossigeno dopo le lunghe polemiche» scrivono in una nota le associazioni per i diritti degli omosessuali, che hanno voluto ringraziare ufficialmente Kompatscher «per l'augurio di successo all'iniziativa, della quale evidentemente ha colto il senso e il valore, a differenza di quanto ha fatto Rossi derubricandola a mero esibizionismo e folklore.  

Come ribadito nei giorni scorsi, l'omo-bi-transfobia è ancora, purtroppo, presente sul nostro territorio: il patrocinio serve proprio a questo, a far capire a tutti i cittadini e le cittadine che hanno subito, subiscono o subiranno discriminazioni che non sono soli, e che le Istituzioni sono presenti oltre che pronte a schierarsi al loro fianco».  

L'auspicio degli organizzatori della manifestazione di giugno è che quello che viene definito come un «passo avanti» possa «avvicinare ulteriormente le comunità locali tutte al Dolomiti Pride, come momento di crescita collettivo».

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