Don Mauro: un cappellano al fianco dei detenuti

«Entro in punta di piedi in questa in questa realtà, desideroso di conoscere ed ascoltare. Credo che il carcere abbia molto da dire e da offrire: dove ci sono dolore e sofferenza, c’è sempre riflessione». Queste le parole di don Mauro Angeli, sacerdote diocesano di Cles, che dal prossimo 28 marzo sarà il nuovo cappellano della Casa Circondariale di Spini di Gardolo.

Classe 1983, don Mauro prende il posto del comboniano padre Stefano Zuin, a sua volta subentrato nel Natale del 2017 al compianto padre Fabrizio Forti. «Da quando padre Stefano ci ha salutato, l’Arcivescovo Tisi desiderava che la diocesi fosse presente in modo costante, e mi ha chiesto dunque di essere ponte con questa particolare realtà, bisognosa di aiuto e che sto iniziando a conoscere». In precedenza don Mauro è stato viceparroco a Trento presso le parrocchie di Sant’Antonio e del Sacro Cuore e segretario dell’Arcivescovo Bressan prima e di Monsignor Tisi poi (fino al settembre scorso), mentre dal 2016 è responsabile di percorsi di avvicinamento al carcere con i giovani della pastorale universitaria.

«Sono desideroso - ha proseguito il nuovo cappellano - di conoscere le parole che si celano dietro i volti delle persone che vivono e lavorano all’interno del carcere. Un luogo dove si impara innanzitutto ad ascoltare e io spero di aiutare al contempo la comunità trentina, cominciando da quella ecclesiale, a sentire il carcere come un luogo che merita grande attenzione e vicinanza da parte di tutti, oltre a divulgare la mia esperienza anche nella realtà giovanile».
Il cappellano visiterà la casa circondariale per dodici ore settimanali, spaziando dagli incontri individuali presso tutte tre le sezioni di Spini (maschile, femminile e dei protetti) alle messe del sabato e della domenica. «Gli incontri individuali possono nascere a seguito di una richiesta del detenuto o, diversamente, mi posso muovere liberamente aiutando chi ha bisogno. Di frequente i colloqui diventano momenti di sfogo, ma al contempo anche questioni di fede».

Una nomina, quella di don Mauro, ufficializzata ieri all’interno della conferenza stampa di presentazione del giornale dei detenuti «Non solo dentro. Parole dal carcere», che da oggi comparirà con cadenza trimestrale all’interno del settimanale diocesano «Vita trentina». «L’inserto - ha spiegato il direttore di Vita Trentina Diego Andreatta - sarà composto da 4 pagine a colori, realizzate dalle due redazioni di Spini guidate da Piergiorgio Bortolotti e dai volontari di Apas e vuole essere luogo di riflessione e approfondimento sulle storie di vita di chi sta scontando una pena». Già da quattro anni una decina di detenuti della sezione maschile e dei protetti si è cimentata nella redazione di un «giornalino carcerario», ma ora il «lavoro arriverà a tutti, creando, auspicabilmente, un ponte di relazione e dialogo con questi corrispondenti speciali», ha precisato il direttore. In ogni inserto compariranno circa 15 firme e, nel dettaglio, il numero di oggi si aprirà con un’intervista con la Garante dei detenuti Antonia Menghini, lo speciale «Le domande che ci premono» e il «Grazie, padre Stefano».

«Una delle esigenze primarie dei detenuti - ha illustrato la dottoressa Menghini - è proprio quella di avere relazioni: «Non solo dentro» rappresenta un’opportunità di riflessione e racconto del vissuto personale unica, in una realtà in cui la speranza deve continuare a brillare. Si sconta sì una pena, ma con la prospettiva di un reinserimento in società».

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