A22, l'esercito dei «furbetti» del pedaggio Quasi 4mila escono dal casello senza pagare

di Fabia Sartori

Il 74,2% dei solleciti di pagamento inviati a chi non paga il pedaggio autostradale viene ignorato. Il dato medio fa riferimento al 2017. In questo periodo la società che gestisce l’A22 ha mandato 3.754 solleciti alle «targhe» colpevoli. Ma a «rispondere» positivamente sono stati solo 967 destinatari: le pratiche inoltrate alla Polizia stradale in caso di sollecito ignorato sono arrivate a quota 2.787.

È quanto rivela la società Autostrada del Brennero Spa, che da circa un anno ha stretto un’alleanza con la Polizia stradale contro i «furbetti» del pedaggio autostradale (a febbraio 2017 è stato attivato il protocollo d’intesa firmato da Autobrennero e Aiscat in collaborazione con il Ministero degli Interni). Si tratta, nella maggior parte dei casi, di privati cittadini o imprese che adottano particolari stratagemmi per non pagare il transito in autostrada. Uno di questi è quello di «mettersi in scia» alle auto dotate di Telepass per cui la sbarra del casello si alza in automatico. Oppure il fatto di fruire della possibilità di pagare in seguito (con rilascio al casello di apposito scontrino), senza poi però versare l’importo dovuto.



In cosa consiste questa sinergia? Una volta che la pratica viene inoltrata alla Polizia stradale, agli utenti inadempienti non è richiesto più solamente il pagamento del pedaggio. «Gli agenti notificano un verbale di contestazione che prevede il pagamento di una multa (dagli 85 ai 338 euro) e la decurtazione di due punti dalla patente», spiega l’amministratore delegato dell’A22 Walter Pardatscher. Il servizio ha portato anche ad un’intensificazione dei controlli in corrispondenza delle stazioni autostradali. «Quest’alleanza - aggiunge - sta già iniziando a dare i suoi frutti: in un solo anno notiamo un forte effetto deterrente».

La conferma, in parte, arriva anche dai dati. A febbraio 2017 a fronte di 292 solleciti inviati ai trasgressori erano ben 232 le pratiche inoltrate alla Polizia stradale (ovvero il 79,5%). Ma, già a dicembre, dei 338 solleciti inviati ai «furbetti» solamente 86 si sono trasformati in pratiche destinate alla Polizia stradale (cioè il 25,4%). Perciò, la possibilità di ricevere una sanzione «salata» e di perdere punti dalla patente sembrerebbe produrre un «ritorno sui propri passi» da parte di chi viola la legge. Non deve sfuggire, tuttavia, che a novembre 2017 la percentuale di solleciti inviati ai cittadini inadempienti che si è poi trasformata in pratiche destinate alla Polizia stradale ha raggiunto l’80,8%. Insomma, un miglioramento c’è indiscutibilmente nel mese di dicembre, ma è da vedere se il «trend positivo» proseguirà nel tempo. Il mese in cui sono state identificate il maggior numero di «targhe colpevoli» è stato maggio (444). Lo stesso mese è stato anche quello con la più alta quantità di pratiche ricevute dalla Polizia stradale (345).

A ottobre spetta la leadership in termini di peggior performance di pagamenti post sollecito: l’81,9% delle effrazioni segnalate ai trasgressori è rimasta insoluta. Pardatscher ha precisato che «circa il 50% dei soggetti che non pagano al casello di uscita autostradale, effettuano il pagamento in tempi brevi». Il rimanente 50% rappresenta la «fetta» più problematica, alla quale vengono inviati i solleciti di pagamento. «A questo 50% problematico appartengono anche veicoli stranieri - precisa - e non mancano i mezzi aziendali (anche camion)». Parecchi anche i recidivi. «Non dimentichiamo - conclude - che il 35% del pedaggio finisce nelle casse dello Stato. E che, quindi, chi non paga va a danneggiare l’intera collettività».

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