Truffa e spese gonfiate: imprenditori prosciolti grazie a 180 ore di lavoro con i disabili

Grazie alla messa alla prova, che prevedeva tra l’altro di svolgere 180 ore di lavori di pubblica utilità in favore di persone disabili, cinque imprenditori trentini sono stati prosciolti.

Ieri il giudice Marco La Ganga ha dichiarato l’estinzione del reato contestato, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche. L’accusa era di aver «gonfiato» le spese per partecipare ad eventi fieristici in giro per il mondo - da Milano a Shanghai, da Bari a Istanbul  - ottenendo contributi a titolo di rimborso spese non dovuti per circa 260 mila euro in totale.

L’inchiesta, coordinata dal pm Pasquale Profiti, era stata  condotta dalla Guardia di finanza di Trento che più volte negli anni scorsi è intervenuta sul fronte delle truffe sui contributi pubblici. Sono 26 gli episodi  che venivano contestati nel capo di imputazione a carico di persone fisiche (quattro manager trentini e un  bresciano) più tre per la responsabilità amministrativa a carico di tre società che operano nel settore dell’ingegneria e del legno.

La prima contestazione risale al 2008 ed è relativa alla partecipazione ad attività fieristica. In particolare l’azienda otteneva dalla Camera di commercio di Trento (e in altre occasione dall’Agenzia per l’incentivazione delle attività economiche), in applicazione della legge provinciale 6 del 1999, tre contributi da 625, 1.675 e 1.200 euro a titolo di rimborso spese per la partecipazione alla Fiera Saie Bologna. Secondo l’accusa, il rimborso si riferiva a spese «solo apparentemente sostenute per attività connesse alla partecipazione ad attività fieristica, con ciò provocando un ingiusto danno alla Provincia» e un ingiusto profitto in favore della società.

Ai due titolari dell’azienda trentina venivano contestati in totale 20 episodi di truffa, tutti simili. La società avrebbe partecipato effettivamente agli eventi fieristici, chiedendo però contributi per spese che secondo l’accusa in realtà non erano mai state sostenute. La lista delle fiere con rimborsi «truccati» è lunga: Made Expo Milano 2009 (3960 euro di contributi); Saie Bologna 2009 (3.394 euro); Made Expo 2010 di Milano (2.400 euro); Edillevante 2010 di Bari (15.617); Expo Internazionale Shangai 2010 (9.191); Saie Bologna 2010 (1.525); Legno Edilizia Verona 2011 (11.550); Made Expo Milano 2011 (6.000); Technodumus Rimini 2012 (16.753); Zeroemission Roma 2012 (15.013); Made Expo Milano 2012 (1.092); Siae Bologna 2012 (4.532); Ecobat Marsiglia 2012 (21.989); Construmat 2013 di Barcellona (6.140); Varsav Build di Varsavia 2013 (6.300); Ticino Expo Lugano  2013 (11.104); Budma 2014 di Poznam (Polonia) (17.465); Construct Expo Bucarest 2014 (13.760); Yari Fuari 2014 Istanbul (14.548); Energetika 2014 Slovenia (22.255).

Ai quattro amministratori di una seconda azienda venivano contestati contributi a titolo di rimborso per partecipare a Rhex Horeca Expo Rimini 2013 (11.433 euro); Ticino Case Expo (19.845); Made Expo Milano 2013 (8.862). Infine a caricio di una terza società: Renexpo di Salisburgo 2013 (8293); Holzbau Forum di Garmisch 2013 (7.547).

L’imputazione era pesante ma le difese - con gli avvocati Nicola Stolfi di Trento, Sabrina Ferrario di Rovereto e Andrea Puccio di Milano - grazie alla messa alla prova hanno evitato conseguenze penali per i cinque imputati che, dopo aver restituito all’ente pubblico le somme in contestazione e svolto 180 ore di lavori socialmente utili, hanno beneficiato del proscioglimento per estinzione del reato. Le tre  società hanno invece patteggiato una pena pecuniaria.

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