Nove molotov contro le auto dei vigili

di Leonardo Pontalti

Nove molotov, piazzate sotto altrettante vetture del corpo della polizia locale del capoluogo.

Sono state scoperte nella mattinata di ieri, nel piazzale esterno dello stabile che ospita il cantiere comunale del capoluogo, tra via Bepi Mor e la linea ferroviaria, a fianco proprio del comando di via Maccani.
Gli ordigni sono stati realizzati con bottiglie di plastica da un litro e mezzo, riempite di liquido infiammabile e dotate di un innesco realizzato con materiale accendifuoco legato con nastro adesivo a dei fiammiferi, con pezzi di zampirone a mo’ di miccia. Otto erano inesplosi, soltanto una delle bottiglie aveva la miccia con segni di bruciature, anche se l’ordigno era ancora integro al pari degli altri.

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In base a questi dettagli, attraverso le indagini delle forze dell’ordine - a Trento nord sono intervenuti i carabinieri e la Digos - si sta ora cercando di comprendere se si sia trattato di un attacco incendiario non andato a buon fine (ad esempio per l’intervento di vigilanti o per altri elementi di disturbo che potrebbero aver fatto allontanare i responsabili) o di un gesto intimidatorio, con le bottiglie non fatte esplodere di proposito. Difficile, al momento, indicare quale delle due ipotesi possa essere la più verosimile. Così come individuare possibili colpevoli: tutto, a partire dai numerosi precedenti simili, lascia pensare all’area anarchica ma non vi sono al momento rivendicazioni.
L’azione non ha coinvolto direttamente i locali del comando, ma è stato pianificato senza alcun dubbio per colpire la polizia locale: le bottiglie incendiarie sono state ritrovate nel piazzale che viene utilizzato come rimessa per i veicoli del Comune dismessi e dunque in attesa di essere ceduti o avviati alla demolizione o in attesa di riparazioni nella adiacente officina, ma nel mirino sono finiti solo mezzi del corpo: in tutto le auto della polizia locale erano undici, soltanto solo due veicoli non sono stati trovati ordigni. Così come sotto agli altri veicoli, tra cui vecchi sgombraneve Unimog.

L’allarme è scattato nelle prime ore della mattinata: alle 8 alcuni operai comunali, che stavano uscendo dal cantiere per effettuare degli interventi lungo le strade che salgono in Bondone. Poco prima di lasciare il cantiere comunale a bordo del mezzo di servizio - che si trovava nella parte chiusa dello stabile - hanno notato un oggetto spuntare da sotto una delle vetture della polizia locale, un vecchio Fiat Ducato, vicino ad uno degli pneumatici. Hanno così voluto capire di che cosa potesse trattarsi, dando un calcio all’oggetto per smuoverlo: in questo modo hanno capito che si trattava di un rudimentale ordigno ed hanno subito dato l’allarme, contattando la centrale unica per l’emergenza 112 ed i propri responsabili

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Subito tra via Maccani e via Bepi Mor sono arrivate le forze dell’ordine, con i carabinieri del nucleo operativo del comando provinciale ed i militari delle investigazioni scientifiche, oltre alla Digos. È stato così possibile rinvenire altri otto ordigni, lasciati sotto altrettante vetture, per la quasi totalità Alfa Romeo o Fiat non più in uso, da 155 a 146 fino a un paio di Stilo.
Informato dell’accaduto, anche l’assessore comunale ai lavori pubblici Italo Gilmozzi ha raggiunto il cantiere di Trento nord, per seguire da vicino fin dalle fasi iniziali i sopralluoghi e mantenersi costantemente informato sulle indagini.
Poche, al momento, le certezze: una riguarda il percorso utilizzato dai responsabili per accedere al cantiere comunale. Scavalcando le cancellate che si affacciano sulla ferrovia - alte poco più di un metro e mezzo Chi ha agito voleva senza dubbio colpire la polizia locale ma sapeva bene che introdursi nel piazzale del comando avrebbe voluto dire esporsi ad una fitta rete di telecamere di sorveglianza. Ha così optato per il cantiere comunale, situato nello stabile sul retro di quello che ospita - oltre al comando - anche l’archivio comunale, il servizio notifiche e quello del sistema informativo.
La sede del cantiere ospita infatti anche l’officina dei mezzi comunali con un’area destinata ai veicoli dismessi: non è ancora chiaro se i responsabili fossero consapevoli o meno di non trovarsi all’interno degli spazi del comando. Hanno comunque trovato quel che cercavano: una serie di veicoli nella livrea della polizia locale, sotto i quali hanno posizionato le bottiglie incediarie. Consapevoli dell’assenza di sistemi di videosorveglianza o di allarme, a tutela del complesso del cantiere.

Resta il mistero sul perché non siano state fatte esplodere: se per una precisa volontà degli autori del gesto, che volevano limitarsi ad un inaccettabile messaggio indirizzato alla polizia locale, o per un inconveniente nella messa in atto del loro piano. La bottiglia incendiaria la cui miccia è stata accesa è stata trovata sotto un mezzo piuttosto distante dagli altri, difficile pensare che chi è entrato in azione potesse puntare su possibili esplosioni a catena.
Non sarà facile, poi, neppure risalire al momento in cui i protagonisti dell’incursione sono entrati in azione: forse nella notte tra sabato e ieri, ma nulla esclude che la posa delle molotov risalga a qualche giorno prima.
Tanti dunque gli interrogativi, ai quali sarà difficile dare una risposta, almeno a breve: l’impressione è che chi ha colpito a Trento nord lo abbia fatto lasciando dietro di sé poche tracce. Tutte quelle disponibili sono state raccolte e saranno elaborate dagli esperti dell’Arma del Reparto investigazioni scientifiche di Parma.

Nel frattempo, gli accertamenti svolti dalle forze dell’ordine e dai responsabili delle strutture comunali hanno escluso che gli stabili del cantiere comunale e del comando della polizia locale possano essere a rischio. È stato possibile avere la conferma che unicamente i nove mezzi sono finiti nel mirino degli autori del blitz: l’attività di operai, impiegati ed agenti quest’oggi si svolgerà normalmente, senza limitazioni di spazi o di orario.

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