Il dolore dei familiari di Sofia: «È una ferita che si riapre»

«Dolore, c’è solo dolore. È una ferita che si riapre». Nonno Rodolfo Ferro è, come lo è sempre stato, molto cortese. La sua voce è ferma e, come accade nelle persone che hanno sofferto troppo e che stanno ancora soffrendo, non lascia più trasparire emozioni. Ma la notizia circolata ieri, come si può immaginare, ha fatto trasalire i familiari della piccola Sofia. A due mesi dalla scomparsa della bimba, uccisa dalla malaria, la chiusura delle indagini era attesa, ma l’improvvisa svolta negli accertamenti, sottolineata anche dalle dichiarazioni della ministra Beatrice Lorenzin, è giunta quasi con violenza a Piedicastello, mentre Francesca Ferro e Marco Zago, la mamma ed il papà della piccola Sofia, stanno cercando pian piano e con fatica di rialzarsi dal dramma di aver perso la loro secondogenita. 
 
«So tanto quanto voi, so ciò che ho letto oggi - spiega il nonno materno - Cosa vuole che le dica, più triste di così... È una ferita che si riapre. Più che il dolore, non c’è altro». Da quanto dichiarato dalla ministra, il contagio sarebbe avvenuto al Santa Chiara, nel reparto di pediatria. Possibile che, con la mamma sempre presente, sia stato commesso dal personale sanitario un errore tale da consentire il passaggio del parassita infetto fra le sorelline africane ricoverate per malaria e la piccola Sofia? Il nonno non sa dare una spiegazione. «Non posso saperlo. In ospedale io ci sono stato poco, perché con Sofia stava sempre mia figlia Francesca» conferma. È per la mamma della piccola anche il pensiero della nonna materna di Sofia. «Ora per mia figlia si rinnoverà il dolore», aggiunge la signora. E c’è il fratellino di Sofia, maggiore di lei di qualche anno, da coccolare per lenire in lui il dolore del lutto, e da proteggere dal clamore della tragedia che ha travolto la famiglia.
 
L’avvocato di Francesca e Marco Zago, Filippo Vicentini del Foro di Verona, preferisce per ora non commentare le indiscrezioni riportate sulla stampa nazionale e le anticipazioni della ministra alla salute Beatrice Lorenzin. «Aspettiamo di leggere gli elaborati ufficiali, che vanno analizzati e visti con i consulenti», si limita a osservare il legale.

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