Boom di papà a casa per i figli piccoli Quasi 400 domande per congedo parentale

di Angelo Conte

Boom di papà a casa per permettere una conciliazione tra lavoro e famiglia migliore. E per evitare che le neomamme debbano rinunciare in parte o del tutto al lavoro. All'Agenzia del lavoro, dall'avvio della misura che dà un aiuto economico ai padri che prendono congedo parentale, sono arrivate quasi 400 domande. Si tratta di un centinaio di domande per la misura che dà fino a 900 euro al mese per chi intende andare in aspettativa parentale. E di circa 300 domande per la misura chiamata di premialità, che assegna fino a 500 euro per 30 giorni di aspettativa senza che, in questo caso, ci sia la necessità di certificare che la madre del piccolo è al lavoro (condizione che, invece, è necessaria per accedere al sostegno fino a 900 euro dello stipendio). Le due misure sono alternative: per lo stesso periodo di congedo parentale, quindi, si può ottenere o l'uno o l'altro sostegno. 

«Siamo contenti che ci sia questo successo per la misura lanciata - spiega Antonella Chiusole, direttrice dell'Agenzia del lavoro - Per la premialità c'è tempo fino a fine 2018». E quindi, in via Gilli, sede di Agenzia del lavoro, si attendono un aumento delle domande. Anche perché il meccanismo consente ai padri che restano a casa a curare i bambini e che, di legge, hanno diritto a un massimo del 30% del proprio salario, con il sostegno dei provvedimenti provinciali devono rinunciare a una fetta più piccola delle entrate ordinarie. 

Due quindi le misure previste dalla Provincia. Per la cosiddetta premialità per i papà in congedo parentale, l'Agenzia del lavoro riconosce un contributo in via straordinaria ai padri che hanno usufruito o che usufruiranno del congedo parentale nel periodo dal primo settembre del 2015 al 31 dicembe del 2018. Il progetto è rivolto ai padri con figli di età fino a 12 anni che hanno fruito o fruiranno di almeno 15 giorni continuativi di congedo parentale e che hanno un contratto di lavoro subordinato presso un datore di lavoro pubblico o privato; occupati prevalentemente (almeno per il 60% del tempo lavorativo) in un'unità produttiva localizzata in provincia di Trento. Il progetto riconosce un sostegno economico di 500 euro mensili, ridotti a 250 euronel caso di fruizione tra i 15 e i 30 giorni. Per questa misura, al 20 ottobre scorso, erano arrivate 296 domande, il che non significa che si tratta di 296 padri, visto che si può usufruire di più periodi durante lo stesso anno. Ma in ogni caso, si tratta di una dimostrazione che tanti padri cercano di dare un aiuto concreto alle madri lavoratrici. 

Lo stesso obiettivo lo prevede l'intervento 15 più noto come «Dal Lavoro a papà - Interventi per favorire il coinvolgimento dei papà nell'attività di cura, pag. 80 del Documento degli interventi di politica del lavoro 2015-2018». Per coinvolgere il padre nell'attività di cura in alternativa alla madre lavoratrice mediante un maggior utilizzo del congedo parentale l'Agenzia del Lavoro eroga un sostegno economico al papà che resta a casa, mentre la madre abbia un lavoro (alle dipendenze, associata in partecipazione o come lavoratrice autonoma). Il sostegno economico può essere richiesto per periodi continuativi di congedo parentale pari almeno a 30 giorni, fino ad un massimo di 4 mesi complessivi (120 giorni), per ciascun figlio entro il compimento del dodicesimo anno di vita. L'intervento prevede un sostegno economico al padre fino al 40% della sua retribuzione e fino a 900 euro al mese per massimo quattro mesi. Il sostegno è aumentato al 50% nel caso di richiesta del congedo parentale a partire dal 7° mese di richiesta. Per questa misura sono 103 le domande arrivate, di cui 56 nel 2016 e 47 nel 2017 finora.

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